NAPOLI - «Chiediamo che venga fatta giustizia per Pasquale e per tutti noi, vogliamo che tutti si uniscano al nostro grido di dolore perché non è giusto che chi compie il proprio lavoro, chi scende in strada per far rispettare la legge e proteggere i cittadini venga ammazzato, non è giusto che una moglie e dei figli attendano invano il rientro a casa del marito e del padre. Ci aspettiamo per quei criminali delle pene certe e dure, solo così tragedie simili si potranno evitare ad altre famiglie». A parlare è Emilia Riccio, cugina dell'agente Pasquale Apicella, morto il 27 aprile a Napoli nel tentativo di fermare una banda di rom che aveva tentato di scassinare uno sportello bancomat.
Oggi, ha preso il via il processo nei confronti dei tre rom accusati di omicidio. Celebrato con il rito ordinario, così come di recente previsto per il reato di omicidio volontario che contempla la condanna all'ergastolo. In ordine agli altri reati (furto, riciclaggio e tentata rapina e altri) contestati agli indagati dalla Procura (pm Cristina Curatoli, procuratore aggiunto Rosa Volpe), in relazione alla richiesta di stralcio presentata dagli avvocati degli indagati per la celebrazione con rito abbreviato, la terza Corte di Assise (presidente Lucia La Posta) si è riservata la decisione: si pronuncerà in occasione della prossima udienza, fissata per il 23 dicembre, durante la quale avrà inizio la fase istruttoria.
Presente in aula tutta la famiglia di Apicella, ad eccezione dei suoi due bambini, che hanno appena 6 anni e 10 mesi.
Durante l'udienza si sono costituiti parte civile i genitori, la sorella, la moglie e i figli della vittima, difesi dall'avvocato Gennaro Razzino, oltre che l'associazione Vittime del Dovere e la Fondazione Polis. Sul banco degli imputati figurano, per il reato più grave, Fabricio Hadzovic, 40 anni (difeso dall'avvocato Cesare Amodio), l'autista dell' Audi A6 che si è scontrata a tutta velocità contro la Pantera della polizia sulla quale si trovata Pasquale Apicella; Admir Hadzovic, 27 anni (difeso dall'avvocato Raffaella Pennacchio) e il 39enne Igor Adzovic (difeso dall'avvocato Giovanni Abbate); l'ultimo componente della banda, il 23enne Renato Adzovic (anche lui difeso da Raffaella Pennacchio) non risponde dell'omicidio volontario, in quanto non era a bordo dell'A6, ma dei reati «minori».
I funerali solenni dell' agente si sono svolti lo scorso 8 maggio alla presenza del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e del capo della polizia, Franco Gabrielli. La cerimonia funebre è stata celebrata nella chiesa evangelica del quartiere Secondigliano, alla presenza dei soli familiari, del presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca e del sindaco Luigi De Magistris, in base alle restrizioni previste dalla normativa anti-Covid 19. La pagina Facebook della Polizia di Stato sulla quale vennero trasmessi, in diretta, i funerali, ebbe oltre 10 mila contatti.
«Con la costituzione di parte civile l'Associazione Vittime del Dovere vuole essere al fianco di Giuliana, moglie di Pasquale Apicella, e dei loro due piccoli figli, per rendere giustizia al sacrificio di un eroe che ha pagato con la vita la propria fedeltà alla Nazione e alla divisa della Polizia di Stato indossata, ogni giorno, con onore». Lo ha dichiarato, in una nota, Emanuela Piantadosi, presidente dell'associazione che oggi a Napoli, durante la prima udienza del processo davanti alla terza Corte di Assise, si è costituta parte civile con l'avvocato Sergio Bellotti, del Foro di Roma.
«Tutta Napoli, e non solo - ricorda il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli a cui i familiari di Apicella si sono rivolti per lanciare il loro appello di giustizia - pianse il poliziotto eroe, ora che sono trascorsi diversi mesi da quel tragico evento non bisogna dimenticare Lino ed abbandonare la sua famiglia, dobbiamo sostenerli più che mai, bisogna chiedere giustizia, i colpevoli dovranno pagare . Peccato che per Apicella come per tante vittime della criminalità e persone morte per rendere migliore la nostra città non sia stato realizzato nessun murale mentre per i criminali e i delinquenti ce ne sono tanti».
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