(AGI) - Milano, 7 feb. - L'associazione Vittime del dovere manifesta "preoccupazione" per la permanenza del regime del 41bis in Italia dopo le ultime nomine al Cpt, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle punizioni disumane e degradanti. Per l'Italia, infatti, e' stata confermata, al secondo mandato, Elisabetta Zamparutti, radicale e tesoriera di "Nessuno tocchi Caino", che ha tra i suoi obiettivi il superamento dell'ergastolo ostativo e del 41-bis.
Secondo l'associazione, che ricorda gli uomini in divisa che hanno perso la vita mentre svolgevano il proprio lavoro, questa nomina potrebbe mettere in discussione "il cosiddetto carcere duro, che e' uno strumento tra i piu' temuti dalla criminalita' e sicuramente tra le misure piu' efficaci al contenimento delle mafie. Esso consente un'azione preventiva poderosa e si configura quale deterrente di grande rilievo". A sottolinearlo e' Emanuela Piantadosi, referente dell'associazione. Piantadosi ricorda che "l'adozione del 41bis e' costata il sacrificio dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini e delle donne delle scorte che, pur consapevoli dei rischi e dei pericoli, hanno portato a compimento il loro dovere fino al sacrificio della vita". Inoltre si fa notare che con la nomina il "Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa non ha tenuto in considerazione le indicazioni del Governo Italiano, che nel fornire una rosa di tre nomi aveva pero' espresso un'altra preferenza". Era stato proprio il ministero degli Esteri a inoltrare all'associazione Vittime del Dovere una mail, datata 2 febbraio, con la rassicurazione: "Da parte della delegazione italiana e' stata espressa agli altri Stati membri del Consiglio d'Europa la preferenza nazionale per il professor Antonio Marchesi in ragione della sua esperienza professionale ed accademica. Questo intervento e' stato preceduto da una nota scritta a tutte le altre delegazioni e da contatti informali per caldeggiare il sostegno al nostro candidato".
Piantadosi conclude: "Le mafie ad oggi rappresentano, purtroppo, un cancro insidioso e mortale, ormai profondamente infiltrato anche nel tessuto economico e sociale internazionale.Il rammarico nasce dal timore che l'Italia, pur vantando incomparabile competenza, spiccata professionalita' e sofisticati strumenti nel contrasto alla criminalita' organizzata, veda sgretolare il regime penitenziario 41bis". (AGI)
Tratto da AGI
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