(ANSA) - ROMA, 22 LUG - L'Associazione Vittime del Dovere sta seguendo con particolare attenzione l'iter parlamentare del Progetto di Legge 2435 "Delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello" e ha inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, alla Commissione Giustizia e ai gruppi parlamentari della Camera dei Deputati alcune osservazioni.
La "febbrile necessità di riforma, sollecitata da questioni finanziarie, - spiega una nota - impone l'obiettivo della riduzione del 25% dei tempi del giudizio penale e tale "corsa all'oro" fa temere l'adozione di provvedimenti frettolosi, finalizzati ad una riduzione dei tempi, senza un'adeguata valutazione delle tante variabili che incidono sull'attuale durata dei procedimenti".
Le proposte emendative governative, continua, "non solo non porteranno ad alcun concreto beneficio ai fini della rapida definizione dei processi ma, diversamente, colpiranno fortemente il principio di certezza della pena e avranno ripercussioni sull'effettiva funzione rieducativa della pena. In primis l'inserimento di pene sostitutive delle pene detentive".
"Tale scelta - prosegue la nota - , vincolata alla pena effettivamente inflitta e non anche alla natura dei reati, così come ai limiti di pena edittale, necessita sicuramente di parametri molto stringenti." Infine, si aggiunge, "preoccupazione oltre misura desta la scelta di introdurre l'improcedibilità del giudizio d'Appello e di quello in Cassazione per mancato rispetto dei termini, rispettivamente di due e un anno". "Il timore - si afferma- è che l'improcedibilità possa cadere come una tagliola su molti procedimenti con enorme danno per la tutela del diritto delle Vittime e dei loro familiari, che vedranno respinta la propria richiesta di giustizia. Sul punto quindi non si può che chiedere un intervento volto ad eliminare le ipotesi di improcedibilità legate al semplice decorso di un termine".
"Molte - continua - sono le azioni che potrebbero influire positivamente su una più rapida definizione dei procedimenti, quali maggiori investimenti in personale e strutture, visto che le Corti d'Appello sono attualmente oberate e sotto organico.
Di contro si teme che le impugnazioni saranno stimolate proprio al fine di sfruttare le attuali "debolezze" del sistema giustizia e gli effetti concreti consisteranno nel vanificare il lavoro compiuto dalla polizia giudiziaria e dai magistrati oltre a frustrare le istanze di giustizia delle Vittime".
"Certamente - si conclude - non confortano le parole del Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che proprio in merito alla riforma continua a ribadire che l'Italia non può perdere "il treno del Recovery", tuttavia riconoscendo che le riforme proposte sono "esigenti".". (ANSA).
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