Bologna, 21 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Un libro con tanti volti uniti da un unico filo rosso, un insegnamento: mettere la difesa della legalità davanti anche alla difesa della propria vita. 'Ritratti del coraggio. Lo Stato italiano e i suoi magistrati' è il volume di Stefano Amore con cui l'Assemblea legislativa e l'Upi-Unione Province Italiane hanno deciso di celebrare la giornata del 21 marzo, Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un appuntamento, quello del 2022 che ricorre a 30 anni di distanza dalle stragi di Palermo che, nell'estate del 1992, costarono la vita ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, divenuti simboli della lotta alle mafie.
Un ricco elenco di relatori e un pubblico 'speciale' come due delegazioni di studenti rispettivamente di Carpi e Cesena, hanno dato vita a un proficuo confronto online all'intero della "Settimana della legalità" organizzata da Assemblea legislativa e Upi che è stato coordinato da Leonardo Draghetti (direttore generale dell'Assemblea
legislativa) e Luana Plessi (direttore Upi).
A fare gli onori di casa la presidente dell'Assemblea Emma Petitti e il presidente di Upi Gian Domenico Tomei. "L'Assemblea legislativa investe nel rapporto con gli studenti, affinché comprendano l'importanza della responsabilità, che è presidio dei valori civici, del senso di comunità: non bisogna girare la testa da un'altra parte di fronte a un sopruso, bisogna difendere la capacità di interpretare la realtà per dire la propria opinione, bisogna sapere che il proprio contributo lascia un segno all'interno di una collettività. Sono questi gli investimenti che l'Assemblea rivolge ai suoi giovani cittadini, del cui punto di vista e della cui visione del mondo ha bisogno", spiega Petitti che, rivolgendosi direttamente agli studenti presenti ricorda come "quello che facciamo lo facciamo promuovendo appunto la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva coinvolgendo soprattutto i giovani in un percorso di conoscenza delle regole e della valorizzazione delle stesse, nei diversi ambiti di vita, mettendo in evidenza le migliori esperienze di protagonismo attivo: nel solco di una continuazione di questa progettualità si collocano anche le giornate seminariali della 'Settimana della legalità', alle quali abbiamo dato vita anche quest'anno e che vedono nell'evento di oggi uno degli appuntamenti più importanti".
Sulla stessa linea Tomei ("E' positivo che un'iniziativa come quella di oggi veda la partecipazione di tanti
ragazzi: sono qui perché dietro alla loro presenza odierna c'è stato un percorso formativo di cui vanno ringraziati i loro docenti e i dirigenti didattici"), mentre l'assessore alla Cultura di Carpi Davide Dalle Ave e la Consigliera delegata della Provincia di Forlì-Cesena Milena Garavini ricordano l'importanza del coinvolgimento del territorio e il collegamento con le scuole.
Lungi dall'essere stati un "burocratico adempimento", i saluti istituzionali hanno fatto da apripista a un confronto che prende le mosse dal volume di Amore, ma che parla della nostra quotidianità.
"Ho voluto testimoniare una testimonianza di verità: i magistrati di cui ho raccontato l'esperienza hanno applicato le leggi, ma soprattutto hanno ricordato come la legge è uno strumento alla base del quale ci devono essere dei valori: i valori della Costituzione, i valori che nascono nelle scuole e che i nostri ragazzi rappresentano", ha spiegato Stefano Amore, Curatore del libro, Magistrato assistente di studio presso la Corte Costituzionale, per il quale "oggi valori e verità devono confrontarsi con una menzogna organizzata sempre più potente".
Giuseppe Corasanti, docente universitario, già sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, ha sottolineato come "sono stati tanti i magistrati rimasti vittime della criminalità organizzata: abbiamo statistiche molto alte e ovunque nel mondo dove la criminalità organizzata è forte i magistrati sono tra le principali vittime, perché la criminalità organizzata non riconosce le regole dello Stato, quindi tende a eliminare chi rappresenta lo Stato per portare sul territorio la cultura della legalità. Pensate che in Messico dopo i magistrati le principali vittime sono gli insegnanti".
Ambra Minervini, vicepresidente dell'associazione 'Vittime del dovere'
e figlia del magistrato Girolamo Minervini assassinato dalle Brigate Rosse, ha ricordato come "tutte le vittime del dovere vanno onorate e ricordate con la stessa intensità e per sempre: nel ricordo non ci devono essere differenze di ruolo e di compiti, tanto che vorremmo che anche il personale sanitario rimasto vittima della pandemia da Coronavirus venisse riconosciuto come 'vittime del dovere'".
"Purtroppo - ha aggiunto - dopo i funerali di Stato, i giornalisti, ectc, di solito lo Stato si dimentica delle vittime e dei loro parenti. Per questo lavoriamo per tenerne viva la memoria con monumenti, targhe e iniziative: soprattutto gli incontri con i ragazzi servono a sviluppare una cultura della memoria".
Tratto da ADNKronos
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