ROMA. I giudici della Corte d’Assise di Appello di Roma, ieri, dopo che la Cassazione aveva disposto un nuovo processo di secondo grado, hanno ulteriormente ridotto le condanne che erano state di 24 anni per Lee Elder Finnegan e di 22 anni per Gabriele Natale Hjorth per l’omicidio, nel 2019, a colpi di coltello del vice Brigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega.
I giudici hanno ridotto a 15 anni e due mesi di carcere per Finnegan e a 11 anni e 4 mesi per Hjorth. La Procura generale aveva chiesto rispettivamente 23 anni e nove mesi per il primo e a 23 anni per il secondo.
In particolare per Elder è arrivata anche una assoluzione, perché il fatto non costituisce reato, per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
In aula, alla lettura della sentenza, era presente anche la moglie di Cerciello, Rosa Maria, che è apparsa scossa e ha lasciato Piazzale Clodio senza volere rilasciare dichiarazioni.
In una nota, l’Associazione Vittime del Dovere esprime tutto il proprio stupore e amarezza per quanto stabilito dai giudici della Corte di Assise d’Appello.
L’Associazione Vittime del Dovere ricorda di essere stata costantemente accanto ai familiari del vice Brigadiere Mario Cerciello Rega e, perciò, “non può celare un certo stupore per le pene irrogate dalla Corte di Assise di Appello di Roma in relazione al brutale omicidio”.
“Sebbene siano cadute le aggravanti contestate e sia stato riconosciuto applicabile il rito abbreviato – prosegue la nota – si tratta pur sempre dell’assassinio di un rappresentante dello Stato italiano”.
“Ci riserviamo- conclude la nota – ovviamente di leggere le motivazioni della sentenza e, se pur consapevoli che la parte civile non sia legittimata a discutere sulla entità della pena, riteniamo che non si possa escludere almeno una valutazione critica soprattutto in relazione a casi analoghi”
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