«Si evidenzia un preoccupante aumento del numero di aggressioni al personale di polizia penitenziaria, parliamo del 61% dal 2022 al 2024. In particolare, 1263 aggressioni nel 2022, 1760 aggressioni nel 2023, 2033 aggressioni nel 2024. Le recenti polemiche sollevate riguardo al calendario della Polizia Penitenziaria 2025, sono davvero inaccettabili e meritano una riflessione». Lo ha detto Emanuela Piantadosi, presidente dell’Associazione Vittime del Dovere, che tutela i familiari di forze dell’ordine, armate e magistratura rimasti uccisi in servizio, alla luce di alcune dichiarazioni sulla sua pubblicazione, come quella della deputata Dem Di Biase che lo ha definito «uno schiaffo alla Costituzione».
Ruolo cruciale
«Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) svolge un ruolo cruciale all’interno delle forze di polizia italiane, non solo dal punto di vista giuridico, ma anche storico e sociale – ha spiegato Piantadosi – il DAP contribuisce alla rieducazione e al reinserimento dei detenuti nel contesto sociale promuovendo un modello di giustizia che rispetta i diritti umani e la dignità delle persone, un ruolo è essenziale per garantire che il sistema penitenziario non sia visto solo come un luogo di punizione».
Il lavoro prezioso degli agenti
Tuttavia, spiega Piantadosi, «questa funzione non è la sola e troppo spesso si vuole sostituire strumentalmente il concetto di pena con quello di rieducazione, privando di contenuti la necessaria azione afflittiva della condanna». Secondo la presidente dell’Associazione, «è importante sottolineare le difficoltà quotidiane affrontate dagli agenti della Polizia Penitenziaria, corpo all’interno del quale si contano il maggior numero di vittime ferite e aggredite». I dati denotano effettivamente un numero impressionante di aggressioni, che per Piantadosi «dimostrano il clima di crescente aggressività e le sfide che gli agenti devono affrontare ogni giorno per mantenere la sicurezza e l’ordine all’interno delle carceri». Per questa ragione «le dispute politiche non devono distogliere l’attenzione dal lavoro prezioso e spesso pericoloso svolto dagli agenti della polizia penitenziaria – ha precisato – è essenziale riconoscere e sostenere il loro impegno, ricordando sempre l’importanza del DAP nel garantire un sistema di giustizia equilibrato e rispettoso dei diritti umani».
Polemica distorta
La presidente ha poi concluso: «soltanto menti animate da pregiudizio e ostilità verso chi indossa una divisa, vieppiù se della Polizia Penitenziaria, possono leggere in modo polemico e distorto nelle suggestive immagini ipotetici messaggi di mera repressione e esibizione di forza violenta ….lontani dai principi e dai valori della Carta Costituzionale».
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