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16 GENNAIO 2025
Affari Italiani: “Il lavoro invisibile delle forze dell'ordine tra sacrificio e dignità” di Alessandro Pedrini

"Il lavoro invisibile delle forze dell'ordine tra sacrificio e dignità" di Alessandro Pedrini.

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“Non bisogna dimenticare le vittime tra le forze dell'ordine.

In questo contesto, non possiamo dimenticare le vittime tra le forze dell’ordine, coloro che hanno sacrificato la propria vita per garantire la sicurezza e la giustizia del nostro Paese. I loro nomi spesso non trovano spazio nei titoli di giornale, ma restano incisi nella memoria di chi ne ha condiviso il sacrificio. L’Associazione Vittime del Dovere rappresenta un baluardo nel preservare il ricordo e il riconoscimento di questi uomini e donne che hanno donato tutto per il bene della collettività. È un monito per tutti noi a non dimenticare il loro sacrificio, ma anche a sostenere le loro famiglie, che sopportano il peso di un vuoto incolmabile”.

 


Il lavoro invisibile delle forze dell'ordine tra sacrificio e dignità

La tragica morte del giovane Ramy è una ferita che colpisce diritto al cuore il nostro Paese. Perdere una giovane vita significa perdere un pezzo del nostro domani. In questo momento assai difficile, il pensiero di tutti non può che andare alla sua famiglia che ha affrontato questa devastante tragedia con compostezza e dignità. Un esempio di straordinaria forza e profonda umanità che merita il rispetto e l’ammirazione di tutti

Se da un lato il dolore ci richiama ad una riflessione seria e profonda, dall’altro non dobbiamo lasciarci travolgere dall’emotività e dai giudizi sommari, troppo spesso affrontati nei talk show anziché nelle aule di tribunale. È giusto che le indagini facciano il loro corso, che si faccia chiarezza e che eventuali responsabilità siano accertate e punite. Tuttavia, è altrettanto necessario ricordare il contesto in cui operano le nostre forze dell’ordine e il valore del loro contributo quotidiano.

Ogni giorno, uomini e donne in divisa lavorano instancabilmente per garantire la sicurezza dei cittadini. Un lavoro invisibile, instancabile, lontano dai riflettori, ma che costituisce il pilastro su cui si regge il nostro senso di protezione e libertà. La sicurezza non è un dato di fatto, è il risultato di un impegno straordinario, che troppo spesso viene dato per scontato.

Le forze dell’ordine operano in condizioni difficili e critiche, spesso sottorganico, con risorse limitate, turni massacranti e stipendi che non riflettono il valore e il rischio del loro lavoro. Nonostante ciò, affrontano quotidianamente criminalità, violenza, emergenze sociali e persino il terrorismo, sempre al servizio della comunità.

Non bisogna dimenticare le vittime tra le forze dell'ordine

In questo contesto, non possiamo dimenticare le vittime tra le forze dell’ordine, coloro che hanno sacrificato la propria vita per garantire la sicurezza e la giustizia del nostro Paese. I loro nomi spesso non trovano spazio nei titoli di giornale, ma restano incisi nella memoria di chi ne ha condiviso il sacrificio. L’Associazione Vittime del Dovere rappresenta un baluardo nel preservare il ricordo e il riconoscimento di questi uomini e donne che hanno donato tutto per il bene della collettività. È un monito per tutti noi a non dimenticare il loro sacrificio, ma anche a sostenere le loro famiglie, che sopportano il peso di un vuoto incolmabile.

La vicenda di Ramy ha acceso un dibattito legittimo, ma non possiamo permettere che diventi un attacco generalizzato a un’Istituzione che svolge un ruolo insostituibile per il nostro Paese. Ogni episodio controverso deve essere analizzato con attenzione e gli eventuali errori o abusi devono essere riconosciuti e puniti. Ma confondere il singolo episodio con il valore complessivo di un intero corpo di professionisti sarebbe un’ingiustizia, oltre che un errore.

Giusto appurare i fatti, ma le forze dell'ordine sono un baluardo di sicurezza e legalità

È giusto pretendere trasparenza e responsabilità da chi ci rappresenta in uniforme. È giusto indagare, discutere, migliorare. Ma è altrettanto giusto non dimenticare che le nostre forze dell’ordine sono un baluardo di sicurezza e legalità.

La morte di Ramy ci impone di agire per evitare che tragedie simili si ripetano, per garantire che la giustizia faccia il suo corso, ma anche per riaffermare il nostro sostegno a chi ogni giorno lavora per rendere il nostro Paese più sicuro. Non possiamo permetterci di dimenticare che la sicurezza, un bene così prezioso, non è scontata, né gratuita.

Oggi, più che mai, è il momento di costruire ponti e non muri. Di lavorare insieme, cittadini e istituzioni, per rafforzare quella fiducia reciproca che è il fondamento di una società libera e sicura. Per Ramy, per la sua famiglia, per le vittime del dovere e per tutti coloro che credono in un’Italia migliore.

 



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