L'Associazione Vittime del Dovere svolge da anni una copiosa attività di approfondimento e sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza e allo studio dei fenomeni criminali e al contrasto della criminalità organizzata.
Un impegno quotidiano che si esplica, in contesti istituzionali, parlamentari, pubblici e didattici, attraverso:
Lettera di Ambra Minervini, figlia del Magistrato Girolamo Minervini ucciso dalle BR e membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione Vittime del Dovere , al Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti in merito alla partecipazione dell'ex terrorista BR Alberto Franceschini all'evento "Moro educatore" del 14 marzo p.v. organizzato a Bari dal Consiglio Regionale della Puglia in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale
Egr. Prof. Marco Bussetti Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
e. p.c. Preg.mo Sen. Matteo Salvini Ministro dell’Interno
e. p.c. Egr. Dott. Michele Emiliano Presidente della Giunta Regione Puglia
e. p.c. Egr. Consigliere Mario Cosimo Loizzo Presidente del Consiglio Regione Puglia
e. p.c. Gent.ma Dott.ssa Anna Cammalleri Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale Puglia
Oggetto: Progetto biennale di formazione dei docenti – Moro Educatore
10 marzo 1978: Rosario Berardi
16 marzo 1978: Aldo Moro, Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera,
Francesco Zizzi
13 marzo 1979: Giuseppe Guerrieri
29 marzo 1979: Italo Schettini
16 marzo 1980: Nicola Giacumbi
18 marzo 1980: Girolamo Minervini
27 marzo 1985: Ezio Tarantelli
19 marzo 2002: Marco Biagi
2 marzo 2003: Emanuele Petri,
tutti caduti sotto i colpi delle Brigate Rosse nel mese di marzo degli anni dal 1978 al 2003.
14 marzo 2019: intervista ad Alberto Franceschini, fondatore delle Brigate Rosse, nell’ambito del progetto biennale di formazione dei docenti di lettere, storia, filosofia e diritto delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Iniziativa alla quale parteciperanno, oltre ovviamente i predetti docenti, anche circa quattrocento ragazzi.E’ difficile esprimere lo sconcerto che ho provato nell’apprendere questa notizia, sia come figlia di una delle Vittime, ma anche e soprattutto come madre. Come figlia, nonostante a distanza di quasi quaranta anni la mancanza di mio padre si faccia sentire ogni giorno, so bene che queste persone una volta scontata la pena hanno diritto a reinserirsi nella società; ma tra il reinserimento e il salire in cattedra a fare lezione o il divenire esperti da dibattito ce ne corre. Soprattutto se la platea è costituita, tra l’altro, da quattrocento ragazzi in età che presumo compresa tra i 14 e i 18 anni; età nella quale non è difficile essere influenzati da una persona che, non possiamo negarlo e soprattutto i fatti non possono negarlo, ha avuto e certamente ancora ha grandi capacità dialettiche e di affabulazione. Per questo, come madre di due ragazzi che hanno relativamente da poco lasciato i banchi di scuola, non arrivo a comprendere come proprio il MIUR possa farsi promotore di una iniziativa del genere.Non va dimenticato che il soggetto in questione non si è mai pentito; basterebbe ricordare la sua affermazione per cui “Pentito è una terminologia un po’ cattolica e io per una serie di motivi non sono un cattolico, un cristiano…”. Parimenti sarebbe bastato documentarsi un minimo su cosa intenda per fallimento della strategia delle Brigate Rosse.
Evidentemente questo l’USR non ha ritenuto necessario farlo, né per rispetto delle Vittime, né perquello degli studenti.
Rammaricata, ma non sorpresa.
Ambra Minervini
Membro del Consiglio Direttivo
Associazione Vittime del Dovere Onlus
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