Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
CONTRASTO ALLE MAFIE
Attività di sensibilizzazione istituzionale finalizzata alla lotta contro la criminalità organizzata

L'Associazione Vittime del Dovere svolge da anni una copiosa attività di approfondimento e sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza e allo studio dei fenomeni criminali e al contrasto della criminalità organizzata.
Un impegno quotidiano che si esplica, in contesti istituzionali, parlamentari, pubblici e didattici, attraverso:

  • interventi diretti ad evidenziare criticità legate al sistema normativo, penale o penitenziario, attraverso la redazione di dettagliate e approfondite relazioni indirizzate alle Istituzioni e alla politica;
  • attività di ricerca, analisi e denuncia dei fenomeni mafiosi, attraverso la predisposizione di istanze, emendamenti, interrogazioni parlamentari, disegni di legge;
  • partecipazione ad audizioni parlamentari;
  • organizzazione di convegni, workshop, conferenze stampa e mostre;
  • realizzazione di percorsi didattici a carattere nazionale dedicati agli studenti di scuole di ogni ordine e grado sul tema della memoria e della conoscenza dei fenomeni criminali;
  • informazione dell’opinione pubblica attraverso pubblicazioni, articoli tecnici, comunicati stampa ed organizzazione di eventi dedicati.
22 APRILE 2020
LUMSA News - Dal 41 bis ai domiciliariCosì i boss mafiosi "escono"grazie all'emergenza Covid

Bonura e Iannazzo lasciano la prigioneSalvini: "Una vergogna che va fermata"

Molti boss mafiosi sottoposti al 41bis – il regime di carcere duro – stanno lasciando i penitenziari per tornare nelle loro case, confinati agli arresti domiciliari. È uno dei tanti effetti collaterali dell’emergenza coronavirus. Tutto parte, in base a quanto riportato da L’Espresso, da una discussa circolare del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), inviata il 21 marzo scorso a tutti i direttori delle carceri. Ma lo stesso Dap smentisce: “Stiamo solo facendo un semplice monitoraggio. Si tratta di una raccolta di numeri e dati da fornire alla magistratura”. Nella sua lettera, il Dap – riporta L’Espresso – invita i direttori delle case circondariali a «comunicare con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza», il nominativo del detenuto, suggerendo la scarcerazione, se rientra fra le nove patologie indicate dai sanitari dell’amministrazione penitenziaria. Si chiede poi il nominativo di tutti queii detenuti che superano i 70 anni di età.Sono ben 74 i boss oggi al 41 bis che rientrerebbero in questa lista.Così alcuni capi sarebbero stati scarcerati e sottoposti ai domiciliari, nell’osservanza delle prescrizioni sulle carceri durante il coronavirus. Per motivi di salute hanno lasciato le sbarre il boss di Cosa nostra Francesco Bonura, 78 anni, e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente di spicco della ‘ndrangheta. Tra gli altri, sempre per la motivazione dell’incompatibilità carceraria, potrebbe uscire anche “Nitto” Santapaola, condannato per vari omicidi, tra i quali quello del giornalista Giuseppe Fava.Nella medesima situazione si trovano altri 74 boss mafiosi, tra i quali Leoluca Bagarella e Carmine Fasciani. L’associazione Vittime del Dovere scrive preoccupata al ministero della Giustizia, chiedendo una corretta applicazione del decreto “Cura Italia”: “Bisogna impedire la scarcerazione di pericolosi boss mafiosi a seguito dell’emergenza Covid-19”. Lo stesso ministero ha avviato tutte le verifiche sui provvedimenti del Dap.Sul punto è intervenuto sul proprio profilo Facebook il leader della Lega Matteo Salvini: “Un insulto alle vittime dei caduti della mafia. Una vergogna che va fermata dentro e fuori il Parlamento”. Una posizione già presa nella trasmissione “Fuori dal coro”: “Cambiamo il decreto Cura Italia: non è possibile cancellare la lotta alla mafia, in seguito al virus”.

Tratto da LUMSA News

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