L'Associazione Vittime del Dovere svolge da anni una copiosa attività di approfondimento e sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza e allo studio dei fenomeni criminali e al contrasto della criminalità organizzata.
Un impegno quotidiano che si esplica, in contesti istituzionali, parlamentari, pubblici e didattici, attraverso:
15:58 (AGI) - Roma, 5 nov. - "Preoccupata" e "indignata". Così si definisce l’Associazione Vittime del Dovere nel timore di "nuova 'emigrazione carceraria'" per migliaia di condannati, annunciata dall'esecutivo per fronteggiare "la seconda difficile ripresa dell’emergenza sanitaria". Un "allettante esodo", si legge, con la concessione della detenzione domiciliare, con il braccialetto elettronico, su richiesta e fino al 31 dicembre 2020, per i condannati a pena detentiva non superiore a 18 mesi, anche se costituente parte residua di maggior pena. "Riteniamo che questo ennesimo provvedimento - fa sapere l'Associazione - possa essere inteso dalla criminalità come un’implicita autorizzazione, da parte della collettività, di far passare e concedere sempre maggiori iniziative, ormai abituali e soprattutto sbrigative, di pseudo-indulto, che mortificano sfacciatamente il lavoro svolto dalle Forze dell'Ordine ed umiliano il sacrificio dei Servitori dello Stato. Questa decisione governativa, presa su iniziativa del Ministero della Giustizia, rappresenta inoltre l’ennesimo messaggio devastante perché, seppure involontariamente, si declina in una vera e propria autorizzazione a delinquere, considerando che la detenzione domiciliare, in un momento storico in cui gli italiani e la gran parte dei cittadini del mondo è costretta a stare in casa a causa della pandemia in corso, è diventata la difficile quotidianità di tutte le persone oneste", conclude l'Associazione.
Tratto da AGI
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