Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
CONTRASTO ALLE MAFIE
Attività di sensibilizzazione istituzionale finalizzata alla lotta contro la criminalità organizzata

L'Associazione Vittime del Dovere svolge da anni una copiosa attività di approfondimento e sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza e allo studio dei fenomeni criminali e al contrasto della criminalità organizzata.
Un impegno quotidiano che si esplica, in contesti istituzionali, parlamentari, pubblici e didattici, attraverso:

  • interventi diretti ad evidenziare criticità legate al sistema normativo, penale o penitenziario, attraverso la redazione di dettagliate e approfondite relazioni indirizzate alle Istituzioni e alla politica;
  • attività di ricerca, analisi e denuncia dei fenomeni mafiosi, attraverso la predisposizione di istanze, emendamenti, interrogazioni parlamentari, disegni di legge;
  • partecipazione ad audizioni parlamentari;
  • organizzazione di convegni, workshop, conferenze stampa e mostre;
  • realizzazione di percorsi didattici a carattere nazionale dedicati agli studenti di scuole di ogni ordine e grado sul tema della memoria e della conoscenza dei fenomeni criminali;
  • informazione dell’opinione pubblica attraverso pubblicazioni, articoli tecnici, comunicati stampa ed organizzazione di eventi dedicati.
21 MARZO 2022
ANSA - Mafie: Vittime del dovere, ergastolo ostativo è fondamentale

(ANSA) - ROMA, 21 MAR - Nella Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime di mafia, l'associazione Vittime del dovere torna a lanciare l'allarme sul rischio che venga smantellato l'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, il cosiddetto ergastolo ostativo, "strumento fondamentale di contrasto alle mafie che ha incentivato mafiosi, condannati all'ergastolo, alla collaborazione con lo Stato permettendo di indebolire le organizzazioni criminali".
    Sul tema dei permessi premio "sarebbe auspicabile un vaglio collegiale, così favorendo uno spostamento della competenza dal magistrato al tribunale di sorveglianza", afferma l'associazione, che suggerisce anche una distinzione "tra i reati associativi e i reati individuali, che nulla hanno a che fare con il concetto stesso di collaborazione". Un'altra distinzione da inserire nel testo, prosegue, è tra chi non collabora per una sua scelta e chi invece non lo fa "suo malgrado, volendo soggettivamente collaborare ma non potendo oggettivamente".
    "Eliminare l'ancoraggio alla collaborazione, come postulato dal progetto di riforma, richiederà indagini nuove e complesse, affidate ai tribunali di sorveglianza, sui quali andrà a gravare il compito di dimostrare la cessazione dei rapporti dei detenuti con le strutture e gli ambienti mafiosi di riferimento; fatto che richiederà risorse e mezzi notoriamente non disponibili", evidenzia ancora Vittime del dovere, secondo cui occorrerebbe prevedere la competenza in materia a un solo tribunale sul territorio nazionale, come già accade per le decisioni sui 41 bis: "tale scelta assicurerebbe un'uniformità delle pronunce ed eviterebbe la sclerosi preventivabile del sistema". (ANSA).

Tratto da ANSA

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