Bernareggio, vimercatese, Brianza – Era il 15 giugno del 1980 quando il maresciallo Stefano Piantadosi venne freddato con un colpo di pistola sparato da un latitante. Lunedì pomeriggio, 34 anni dopo, al cimitero di Bernareggio, dove riposano le sue spoglie, si è tenuta una cerimonia di ricordo, con la consegna ai figli, in occasione del bicentenario dell’Arma dei carabinieri, di un attestato di riconoscenza per il suo sacrificio.
Avellinese di Origini (era nato a Roccabascena nel 1936), Stefano Piantadosi era arrivato a Bernareggio come vicebrigadiere negli anni Sessanta: qui aveva trovato casa e costruito una famiglia). Negli anni successivi, i primi incarichi di comando, nel milanese e nel comasco, fino ad approdare come comandante alla caserma di Locate Triulzi, nel 1970. Un vasto e difficile territorio di competenza, che comprendeva anche Opera e Pieve Emanuele.
“Il Maresciallo Piantadosi - si legge nella sua scheda, sul sito dell’associazione Vittime del dovere - riesce a costruire con la popolazione un rapporto disponibile e sereno, tanto da venire spesso interpellato per appianare situazioni familiari e dare consigli. Temuto e rispettato dalla malavita locale, non cercherà mai di abusare del proprio potere, trattando con correttezza, fermezza e coerenza sia il malfattore come l’onesto cittadino”
Il 15 giugno 1980 il comandante è in servizio insieme a un giovane carabinieri per una gara ciclistica a Opera, quando nota una persona sospetta tra il pubblico. L’uomo fornisce documenti falsi (si rivelerà poi essere un latitante) e i militari decidono di portarlo in caserma per un controllo. Ma mentre sono in auto, il malvivente estrae un’arma e spara a Piantadosi, che muore. Negli anni successivi sono moltissime le iniziative e le intitolazioni di vie e monumenti dedicati al maresciallo, che riceve anche la Medaglia d’oro al merito civile: dal 2004 a Bernareggio porta il suo nome la strada accanto alla caserma.
Durante la cerimonia di lunedì al cimitero bernareggese, la figlia Emanuele (che è presidente e fondatrice dell’associazione Vittime del dovere) ha ricevuto con il fratello l’attestato che per i duecento anni dei carabinieri il comandante generale ha rilasciato ai familiari dei caduti dell’Arma. In molti hanno partecipato lunedì al momento di commemorazione, oltre alle autorità militari e civili, non solo locali, che è poi proseguito con la messa celebrata nella chiesa parrocchiale di Bernareggio.
Letizia Rossi
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