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10 LUGLIO 2014
ecodibergamo.it - Vallanzasca, Dalmine ai giudici: non fatevi ingannare, non è cambiato

vittime-dovere-stampa-vallanzasca.jpgA seguito della notizia (diffusa dall’avvocato di Renato Vallanzasca) secondo la quale il pluriassassino starebbe «mettendo da parte soldi per istituire un fondo di risarcimento ai famigliari delle sue vittime», da Dalmine (teatro della strage avvenuta il 6 febbraio 1977 e che costò la vita ai poliziotti Luigi D’Andrea e Renato Barborini) arriva un appello ai giudici cui spetterà la decisione (attesa per lunedì) in merito alla semilibertà: «Nessuna attenuante: non fatevi ingannare dalla notizia del fondo, è solo una trovata alla vigilia della sentenza per la semilibertà. Vallanzasca non è pentito, tanto che non ha mai chiesto perdono ai familiari delle sue vittime».

A dirlo è il consigliere comunale di Dalmine Gianluca Iodice (Forza Italia). «Dalmine non dimentica - prosegue -. Ogni anno la città commemora solennemente l’eccidio nel luogo dove è avvenuto. Qualche anno fa, da assessore, ho promosso l’adesione del Comune all’Associazione “Maresciallo di P.S. Luigi D’Andrea”. Ma visto che quest’assassino, lungi dal dare segni di pentimento, continua a prendere in giro le famiglie delle vittime, la comunità che ha vissuto la tragedia e tutti gli italiani, chiederò che Dalmine prenda una posizione ancora più forte».

«Questa è infatti l’ennesima conferma che Vallanzasca è solo un criminale incallito: dopo aver costruito il mito del “bel René” per celare dietro un velo di fascino ribelle i suoi crimini, continua a provare a imbonirci con le sue belle parole che ormai sappiamo essere solo menzogne: già tempo fa aveva avanzato l’ipotesi di devolvere all’Associazione Vittime del Dovere una parte dei proventi del film tratto dalla sua autobiografia. Ma i soldi non si sono mai visti. Il bello è che ci sono ancora quelli che ci cascano. La rapina al supermercato del giugno scorso non è che una conferma di una semplice verità: Vallanzasca non è altro che un misero criminale, mi stupisco che dopo averlo messo in carcere invece di buttare via la chiave gli abbiano pure dato la semilibertà».

Tratto da ecodibergamo.it

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