L'associazione è stata costituita per iniziativa di vedove, orfani, feriti e genitori di Vittime del Dovere. Si prefigge di preservare la memoria dei caduti e dei feriti in servizio delle Forze dell'Ordine e delle Forze Armate ossia di quanti, vittime di azioni criminose, hanno donato la loro vita per servire lo Stato.
Abbiamo incontrato il vicepresidente dell'Associazione, dott. Sergio Pomponio, orfano del Vice Brigadiere della Polizia di Stato Giovanni Pomponio, all'indomani dell'iniziativa avallata dalla Lega Calcio. Giornata organizzata al fine di portare l'associazione negli stadi e usare lo sport come amplificatore del messaggio di solidarietà che si vuole trasmettere.
Dott. Pomponio, ci racconta com'è nata l'associazione e di cosa si occupa?
L'associazione è una Onlus di rilevanza nazionale con sede in Monza ed esponenti in tutta Italia.
Nasce su iniziativa di vedove, orfani, invalidi e genitori di forze dell'ordine e della magistratura, caduti o rimasti invalidi per servire la nazione. Ha nei suoi principi ispiratori la tutela della memoria di questi servitori dello Stato e la diffusione di principi di legalità soprattutto tra i giovani.
In che modo sviluppate il vostro lavoro?
L'associazione è ispiratrice e partecipa al tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la tutela delle. Ha effettuato per il tramite di parlamentari appartenenti ad ogni schieramento politico numerose proposte legislative andate poi a buon fine.
Ha partecipato inoltre a diversi dibattiti televisivi concernenti svariate materie: tutela delle vittime del dovere, rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti, problematiche concernenti l'ordine pubblico soprattutto in occasioni di determinate manifestazioni come ad esempio le partite di calcio.
Come nasce l'idea di portare l'associazione negli stadi?
Tra i nostri soci c'è la moglie dell'ispettore Raciti tragicamente scomparso in occasione di una partita di calcio. Molto spesso le forze dell'ordine operano durante le partite in situazioni di grande difficoltà dovendo anche tutelare la maggior parte delle tifoserie assolutamente estranee a fatti violenti ovvero delinquenziali. Nella stragrande maggioranza dei casi non vengono neanche remunerate adeguatamente.
Così nasce l'idea della giornata dedicata all'associazione svoltasi durante la 31sima giornata di campionato.
Esatto. Su queste basi abbiamo chiesto ed ottenuto dalla Lega calcio una giornata a noi dedicata. Tale giornata ha avuto lo scopo di tutelare la memoria delle vittime e soprattutto di ricordare come il rispetto delle regole sia presupposto di ogni convivenza sociale. Lo abbiamo fatto con lo spirito di avvicinarci ai tifosi più giovani, in quanto sono naturalmente i cittadini del domani.
Per questo siamo grati alla Lega Calcio, anche se siamo consapevoli che il messaggio da noi proposto non sempre è stato recepito in modo chiaro. Probabilmente ciò è accaduto, non per cattiva volontà delle singole società, ma per limiti organizzativi trascendenti la loro volontà.
Il messaggio è arrivato anche allo Stadio San Paolo durante Napoli-Juventus.
A Napoli ho assistito personalmente alla partita su gentile invito della SSC Calcio Napoli insieme alla presidente dell'associazione dott.sa Emanuela Piantadosi. Tuttavia, la mancanza di uno schermo su cui inviare le immagini, così come è avvenuto negli altri campi di calcio, ha sicuramente privato di un grosso strumento il messaggio esplicativo della giornata.
L'associazione Vittime del Dovere è comunque grata alla SSC Calcio Napoli per la disponibilità dei suoi tesserati preposti alla diffusione delle nostre tematiche.
Quali saranno le prossime iniziative dell'associazione?
In tale ottica, poiché proseguirà il nostro impegno nella divulgazione presso i giovani notoriamente affascinati dal mondo del calcio, dei valori di rispetto delle regole e delle istituzioni con convegni che ripetutamente abbiamo organizzato ed organizzeremo, sarebbe auspicabile che ci possa essere una continuazione nella disponibilità della Lega Calcio di serie A e delle singole squadre di calcio non dimenticando che indirettamente il sacrificio estremo, come quello dell'ispettore Raciti consente lo svolgimento delle partite di calcio. Per tutti noi, non deve essere invano, e non deve essere mai più consentito. E questo può avvenire solo facendo comprendere ai più giovani la bontà dei nostri messaggi.
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