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21 GENNAIO 2014
Il Sole 24 ore - Sparatoria a palazzo Chigi: Preiti condannato a 16 anni

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Sedici anni di reclusione per Luigi Preiti, autore della sparatoria dinanzi a palazzo Chigi il giorno dell'insediamento di Enrico Letta. Lo ha deciso dal gup Filippo Steidl al termine della Camera di consiglio. Il 46enne calabrese, che il 28 aprile scorso ha sparato davanti palazzo Chigi, ha ferito gravemente il brigadiere Giuseppe Giangrande e in modo meno grave i due carabinieri Francesco Negri e Delio Marco Murighile, costituiti parte civile insieme a Giangrande, il ministero della Difesa e l'associazione 'Vittime del dovere' «Chiedo scusa ai carabinieri, alle famiglie dei feriti e ai miei familiari. Chiedo scusa a tutti... vorrei essere io al posto di Giuseppe Giangrande», ha affermato Luigi Preiti prima che il giudice pronunciasse la sentenza per la sparatoria avvenuta davanti a Palazzo Chigi.

Il pm aveva chiesto 18 anni 

Il pm Antonella Nespola durante la requisitoria aveva chiesto una condanna a 18 anni. I reati contestati a Preiti sono omicidio plurimo, porto abusivo di arma clandestina e ricettazione.

Martina Giangrande: siamo soddisfatti della sentenza 

«Siamo davvero soddisfatti di questa sentenza, sono venuta qui a Roma a sentire con le mie orecchie cosa sarebbe accaduto. Tra poco lo dirò a mio padre, che è a Prato, visto che per il momento non sono riuscita a sentirlo», ha dichiarato Martina Giangrande, figlia del brigadiere dell'Arma Giuseppe Giangrande. Una ragazza coraggiosa che ha affrontato questa difficile vicenda con determinazione e grande forza, nonostante fosse rimasta orfana della mamma pochi mesi prima del grave ferimento del papà. «Quella pronunciata oggi - ha detto il penalista Eriberto Rosso, che assiste il sottufficiale Giuseppe Giangrande - è una sentenza giusta. Quella che ci aspettavamo. Il giudice ha accolto tutte le richieste delle parti civili e gli stessi carabinieri feriti nonché la figlia di Giangrande hanno espresso la loro soddisfazione». La sentenza di oggi, ha proseguito Rosso, rappresenta «la risposta pubblica che dà conto a chi è stato colpito nello svolgimento del proprio dovere. Adesso aspettiamo di leggere le motivazioni e prendiamo atto che la sentenza ha ritenuto che Preiti ha agito in assoluta consapevolezza. Si tratta di tentativo di omicidi volontari».

Preiti è capace di intendere e di volere 

Preiti, che in una perizia è stato ritenuto capace di intendere e volere al momento del fatto, deve rispondere delle accuse di tentato omicidio plurimo, porto abusivo di arma clandestina e ricettazione. Preiti sin da dopo i fatti è detenuto nel carcere di Rebibbia. Nella sparatoria rimasero feriti in modo grave il brigadiere Giuseppe Giangrande, colpito al collo, e, in maniera lieve, l'appuntato Francesco Negri, raggiunto da un proiettile ad una gamba. Altri due militari riuscirono quasi per miracolo a salvarsi.

Le telefonate prima degli spari 

«Dovete aiutare la Calabria, dovete dare soldi alla Calabria». Questo il messaggio contenuto n alcune telefonate ricevute da palazzo Chigi prima della sparatoria nella quale il disoccupato di Rosarno, Luigi Preiti, il 28 aprile 2013, giorno di insediamento del governo Letta, sparò ai carabinieri dinanzi alla sede del Governo. Su quelle chiamate che sarebbero state fatte da fuori Roma e dall'estero, gli inquirenti hanno svolto una serie di accertamenti, ma non sono emersi legami tra l'azione del disoccupato calabrese.

Tratto da ilsole24ore

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