Genova - L’udienza preliminare per la strage della Torre Piloti spostata a settembre.
Genova - Nemmeno il tempo di iniziare ed è stato tutto rinviato. Per entrare nel vivo dell’udienza preliminare del processo per la strage della Torre Piloti bisognerà attendere il 21 settembre. Un intoppo procedurale, legato alle notifiche di alcuni atti, ha impedito ai parenti delle vittime di costituirsi come parte civili. Insieme a loro hanno intenzione di chiedere i danni il Codacons, l’Associazione Vittime del dovere e i Rimorchiatori Riuniti di Genova. Lo slittamento non piace a tutti. I familiari già in passato avevano denunciato le dilazioni dovute alla presentazione di svariate consulenze tecniche: «Sono trascorsi esattamente due anni e tre mesi e le cose non si stanno orientando nel verso giusto - è il commento del padre di Davide Morella, 33 anni, una delle vittime del crollo - Mi auguro che i responsabili del sangue versato da mio figlio siano puniti in modo congruo».
Fra i familiari più attivi nella ricerca della verità c’è Adele Chiello, madre-coraggio che ha sempre rifiutato qualsiasi risarcimento da parte della compagnia Messina: «Spero che venga fatta giustizia e nel più breve tempo possibile - spiega Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa, uno dei militari morti nell’incidente - A due anni da quei fatti non ho ancora risposte esatte su come è morto mio figlio. Ritengo che da questa inchiesta sia stato lasciato fuori un tema importante: la posizione della struttura, un’esposizione rischiosa che non ha altri esempi simili nel mondo». L’incidente risale alle 23 del 7 maggio del 2013. La Jolly Nero, in uscita dal porto, centra in pieno la torre, che crolla in mare. Ci vorranno un paio di giorni di ricerche per recuperare i corpi dei militari della Capitaneria Francesco Cetrola, 38 anni, Marco De Candussio, 39, Daniele Fratantonio, 30, Giovanni Iacoviello, 35, Davide Morella, 33, Giuseppe Tusa, 30, il pilota Michele Robazza, 44, e gli operatori radio dei rimorchiatori Sergio Basso, 50, Maurizio Potenza, 50.
L’indagine coordinata dal procuratore capo Michele Di Lecce e dal sostituto Walter Cotugno, si muove in fretta arriva a due conclusioni: a bordo hanno sbagliato manovra e il cargo non aveva le condizioni di sicurezza necessarie per salpare. I principali indagati (addebito di omicidio colposo plurimo e disastro) sono l’allora comandante Roberto Paoloni, il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il direttore di macchina Franco Giammoro e il pilota del porto Antonio Anfossi. Il motore della nave durante la manovra si spense, ma dalla plancia non si poteva vedere perchè il contagiri, apparecchio fondamentale, era rotto.La mancata segnalazione di varie impasse meccaniche avvenute già nei mesi antecedenti la collisione è costata l’addebito di omicidio colposo plurimo pure al comandante d’armamento Giampaolo Olmetti.
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