La richiesta di danni complessiva si aggira sui 35 milioni di euro
Genova - Il giudice per le udienze preliminari Siclari ha stabilito che esistono i presupposti perchè ministeri dei Trasporti, Difesa ed Economia e Finanza si possano costituire parte civile nel processo per il crollo della Torre Piloti del porto di Genova, abbattuta dal cargo Jolly Nero dell'armatore Messina nella notte del 7 maggio 2013. Nel processo saranno parte civile anche l’Autorità Portuale, l’Agenzia del Demanio, i familiari di vittime e feriti, oltre all'associazione delle vittime del dovere e la società dei Rimorchiatori riuniti. La cifra del risarcimento richiesto sarebbe intorno ai 35 milioni di euro.
L’udienza di oggi - Durante l’udienza di oggi il giudice non ha ammesso il Codacons alla costituzione in parte civile, ed ha autorizzato la chiamata in causa quali responsabili civili della società armatrice Ignazio Messina e della Corporazione piloti per risarcimento dei danni. Inoltre la società armatrice Messina, che in un primo momento per un vizio di forma era stata stralciata dal provvedimento, è stata riunita al processo principale per la sola responsabilità amministrativa.
Omicidio colposo plurimo - La richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni, riguarda invece il comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni, il pilota Antonio Anfossi, il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il direttore di macchina Franco Giammoro e il comandante d'armamento della Messina Giampaolo Olmetti. Il terzo ufficiale Cristina Vaccaro è' accusata di falso. L'udienza è stata rinviata al 13 novembre.
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