Lo ha annunciato con un comunicato in cui definisce l'incontro stesso "inopportuno"
ROMA - La Scuola della magistratura ha deciso di annullare l'incontro, nell'ambito di un corso di formazione per i giudici, al quale avrebbe dovuto partecipare gli ex brigatisti rossi Adriana Faranda e Franco Bonisoli. Lo ha annunciato con un comunicato in cui definisce l'incontro stesso "inopportuno".
Il Comitato direttivo della Scuola "ha preso atto delle posizioni espresse, anche con dolore, da numerosi magistrati e familiari delle vittime - sottolinea la nota - sull'inopportunità di coinvolgere nella formazione della Scuola, persone condannate per gravissimi reati di terrorismo". Questa iniziativa "è ormai inevitabilmente condizionata, nella sua attuazione dalle discussioni delle ultime ore, che hanno visto anche l'intervento del Comitato di presidente del Consiglio superiore della magistratura". "Pur dovendo precisare che l'incontro non configurava un'attività didattica dei signori Bonisoli e Faranda, ma solo la testimonianza di un percorso riparativo, i cui protagonisti sono le vittime dei reati, e pur riconfermando la volontà della Scuola di investire nella formazione della giustizia riparativa", il Comitato direttivo ha deciso - conclude il comunicato - "di annullare l'incontro, ritenendolo inopportuno".
In precedenza Piergiorgio Morosini, componente del Csm, l'organo di autogoverno della magistratura, aveva difeso la scelta di invitare i due ex brigatisti rossi. "Vorrei ricordare - ha detto Morosini - che non si tratta di una testimonianza di ex bierre nelle scuole dell'obbligo (quella sì inaccettabile). Ma di una iniziativa di fomazione tra magistrati, dove può essere utile comprendere come maturarono non solo scelte criminali, ma anche percorsi collaborativi ai fini di una maggiore consapevolezza dei magistrati chiamati ad occuparsi di pagine oscure della vita del Paese".
Ieri la notizia dell'invito dei due ex brigatisti rossi era stata attaccata da più parti. Alessandra Galli, figlia del giudice Guido ucciso da Prima Linea, aveva espresso il suo "sconcerto" per la decisione di invitare Faranda. Analoghe le riserve aveva espresso il procuratore di Torino Armando Spataro. Toni polemici che non si sono fermati neanche oggi.
Primo fra tutti il j'accuse di Ambra Minervini, figlia del magistrato Girolamo Minervini ucciso dalle Br nel 1980. "Non voglio entrare nel merito dell'iniziativa né intavolare discussioni di ordine morale, ma ritengo oltraggiosa per la memoria di mio padre che i magistrati organizzatori abbiano ritenuto di invitare la signora in questione proprio in prossimità della struttura carceraria di Sollicciano, struttura che sorge lungo la strada intitolata a papà e in prossimità della quale si trova anche quella intitolata a Girolamo Tartaglione, anche egli vittima delle Brigate Rosse", ha detto Minervini.
"Incredulità" e "sconcerto" per la scelta della Scuola della magistratura di coinvolgere "quali relatori" in un corso di formazione per giudici "ex esponenti di punta delle Brigate Rosse" sono stati espressi da Piercamillo Davigo e Alessandro Pepe, a nome Autonomia&Indipendenza , la corrente delle toghe di cui sono i dirigenti. Per Fabio Roia, presidente delle misure di prevenzione al Tribunale di Milano, si tratta di "un'iniziativa assolutamente inopportuna e sbagliata", "una grave caduta sul piano formativo del Comitato direttivo della Scuola della magistratura". "Prendo atto con soddisfazione della decisione di annullare la presenza degli ex terroristi ad un convegno formativo presso la Scuola Superiore della Magistratura", ha dettoil consigliere del Csm Giuseppe Fanfani, che da "cittadino" dichiara la "difficoltà" a capire le ragioni della scelta iniziale.
"Puo' la riabilitazione del condannato arrivare fino al punto di fargli insegnare la giustizia a chi la protegge da sempre?", si è chiesto il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli. "La presenza in quel posto a parlare di determinati argomenti, di due ex brigatisti, due personaggi che sono stati protagonisti di una delle stagioni più buie della storia d'Italia, offendono la memoria e non rendono giustizia. La giustizia riparativa, in questo caso, è andata oltre i limiti fino ad arrivare a un vero e proprio paradosso", attacca Antonio Marotta, capogruppo Area Popolare (Ncd-Udc) e già componente del Csm.
Mentre Manlio Milani, presidente dell'Associazione dei caduti di piazza della Loggia, definisce "sconcertante" la polemica che si è scatenata a proposito della partecipazione di Faranda e Bonisoli. Milani si dice amareggiato dalle polemiche: "fanno una grande tristezza. Stiamo palando di un confronto diretto tra magistrati, vittime e colpevoli. C'è una grande necessità di ricostruire una memoria pubblica condivisa da tutti. Come non capirlo?".
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