SULMONA - La Uil PA Polizia penitenziaria, come è risaputo, lavora da tempo in sintonia con quanto di egregio fatto dall'associazione Vittime del dovere ( proprio a Novembre si è tenuto un seminario sul tema delle vittime del reato realizzato dalla Uil e dell'International Police Association proprio in collaborazione con l'Associazione che ha denunciato l'accaduto ).Ad affermarlo e' Mauro Nardella segretario generale territoriale Uil PA Polizia Penitenziaria."Non si può che solidarizzare con il presidente Piantadosi, splendida persona, mai doma quando si tratta di lavorare per il riconoscimento del valore di chi ha perso la vita per garantire la libertà di ciascuno
di noi e per la quale auspichiamo che la risposta del Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria arrivi quanto prima".
RICHIESTA DI CHIARIMENTI AL DIRETTORE DEL DAP DOTT. SANTI CONSOLO IN MERITO ALLE SUE DICHIARAZIONI SUL REGIME DI DETENZIONE 41/BIS E ALL’INTERPRETAZIONE DEL DOLORE DEI FAMILIARI DELLE VITTIME
L’Associazione Vittime del Dovere Onlus è venuta a conoscenza delle dichiarazioni rilasciate dal Direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dottor Santi Consolo durante il convegno “Viaggio nel mondo dell'esecuzione penitenziaria”, organizzato dal “Centro Studi Enzo Fragalà” a Palermo il 27 febbraio 2017.
Tali affermazioni, segnalateci da un nostro socio, nascono in un contesto di discussione orientato a spiegare le proporzioni fra il numero di detenuti totale e il numero di detenuti in alta sicurezza.
“Il numero di detenuti in regime di 41-bis”, afferma il Dottor Consolo, “è esattamente il doppio di quello che era negli anni ’90. Eppure si continua ad invocare, nonostante i numerosi anni passati al 41-bis, per alcuni anche oltre 20 anni, si continuano ad invocare condizioni di assoluto isolamento. E lo si pretende! Ma come lo si può garantire, con le strutture che abbiamo a disposizione? Come lo si può garantire se si è preteso di continuare a celebrare anche procedimenti penali assolutamente inutili per gli appartenenti alla Criminalità Organizzata? Perché non credo che interessi più alla collettività, nemmeno ai famigliari delle vittime, sapere che Totò Riina viene condannato per la settantesima, ottantesima volta, all’ennesimo ergastolo! Questa è l’incongruenza del nostro sistema!”.
L’Associazione Vittime del Dovere Onlus, pur considerando il contesto d’insieme in cui tali affermazioni sono state riferite, rivolge al Dottor Santi Consolo una richiesta di chiarimento in merito. Qualora fossero meri passaggi astratti e metodologici, sarebbe opportuno specificarlo, sebbene appaia comunque indelicato avventurarsi contestualmente nell’interpretazione dei sentimenti e del dolore delle vittime.
Infatti tali conclusioni, se non spiegate ed avulse dall’ambito di riferimento, appaiono dichiarazioni gravi e francamente ci stupisce che possano provenire da una persona dalla storia, dal ruolo e dalla sensibilità del Dottor Consolo.
La necessità di vedere riconosciuta Giustizia e di fare piena luce sugli anni degli omicidi eccellenti prima, e sugli anni delle stragi poi, è sentita come irrinunciabile per i familiari delle vittime ed è anche una questione con la quale la Democrazia deve fare i conti, e non si può archiviare ammorbidendo il giudizio e la pena verso gli autori di efferati reati con la motivazione che già hanno trascorso “numerosi anni passati al 41-bis, per alcuni anche oltre 20 anni”.
I nostri familiari, benché siano trascorsi molti anni, non abbiamo comunque la consolazione e la gioia di averli con noi.
Non entriamo nel merito della critica mossa dal Dottor Consolo a proposito delle strutture, con la certezza che sia assolutamente fondata, e anzi richiamiamo anche noi l’attenzione su questo annoso problema. Sentiamo tuttavia di dover rammentare a chi si occupa di Giustizia l’obbligatorietà dell’azione penale: non esistono “procedimenti penali assolutamente inutili”. Se un Magistrato ha notizia di reato ha anche l’obbligo di indagare e di procedere penalmente, se le circostanze lo prevedono. Così come risulta un principio socialmente irrinunciabile quello della certezza della pena.
Questa nozioni sappiamo essere pienamente condivise dal Dottor Santi Consolo, essendo lui, prima di tutto, un Magistrato.
Ci pare infine fuori luogo dover ricordare quali siano le necessità a cui si risponde con la detenzione in isolamento per gli appartenenti ad organizzazioni mafiose, in quale contesto storico nascano, quanto sangue sia stato versato per ottenerle e quali risultati vincenti per lo Stato abbiano prodotto.
L’invito che l’Associazione Vittime del Dovere Onlus si sente di avanzare è dunque quello di una riflessione consapevole delle pesanti conseguenze che efferati crimini mafiosi hanno comportato per i familiari delle Vittime, per la storia del Paese e che non lasci spazio ad alcuna ambiguità che potrebbe essere fraintesa dall’opinione pubblica.
Emanuela Piantadosi
Presidente Associazione Vittime del Dovere
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