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La stampa e la TV
12 MAGGIO 2017
Antimafia Duemila - Skype ai boss: Camera respinge le modifiche proposte dall'Ass. Vittime del Dovere

I BOSS DELLA MAFIA, DELLA ‘NDRANGHETA E I TERRORISTI A BREVE POTREBBERO VEDERE FAVORITE E CONSACRATE DAL GOVERNO E DAL PARLAMENTO ITALIANO LE LORO RELAZIONI FAMILIARI DIRETTAMENTE DAL CARCERE A SPESE DI TUTTI CONTRIBUENTI ITALIANI:
PROPOSTA DI LEGGE AD INIZIATIVA GOVERNATIVA A.C. 4368 "MODIFICHE AL CODICE PENALE, AL CODICE DI PROCEDURA PENALE E ALL'ORDINAMENTO PENITENZIARIO"
RESPINTE TUTTE LE ISTANZE DI MODIFICA PROPOSTE DALL’ASSOCIAZIONE VITTIME DEL DOVERE ONLUS

“Un'affermazione del genere mi costa molto, ma se le istituzioni continuano nella loro politica di miopia nei confronti della mafia, temo che la loro assoluta mancanza di prestigio nelle terre in cui prospera la criminalità organizzata non farà che favorire sempre di più Cosa Nostra”.
[Giovanni Falcone - Cose di Cosa Nostra - 1991]

Rendiamo noto all’opinione pubblica e soprattutto ai congiunti delle vittime uccise dalla criminalità organizzata e dal terrorismo che nella seduta di ieri la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha respintoskype carceri eff gli emendamenti proposti dai parlamentari sensibilizzati dalla nostra Associazione e riguardanti la modifica del Disegno di Legge di iniziativa Governativa A.C. 4368 "MODIFICHE AL CODICE PENALE, AL CODICE DI PROCEDURA PENALE E ALL'ORDINAMENTO PENITENZIARIO".
Infatti nelle scorse settimane avevamo lanciato un appello attraverso i mass media sul pericolo incombente di approvazione di una proposta di legge che consentirebbe l’utilizzo di sistemi audiovisivi, a titolo esemplificativo skype, ai criminali sottoposti al 41bis e al regime di alta e media sicurezza “per favorire le relazioni familiari” direttamente dal carcere.

Se da un lato il diritto alla difesa e i contatti dei detenuti, in genere, con la famiglia, possono e devono essere garantiti, così come previsto dalla Costituzione, dall’altro non si può prescindere dalla valutazione degli attuali mezzi informatici in termini di adeguato e tempestivo monitoraggio e controllo delle comunicazioni ai fini della sicurezza della collettività.

Ricordiamo inoltre che solo alcuni istituti di pena rispondono a tutti i requisiti necessari all’effettivo isolamento, mentre la maggior parte di essi non garantisce gli standard previsti poiché al settore penitenziario non vengono fornite adeguate risorse economiche, come avviene in altre Nazioni. Tant’è che il sovraffollamento delle carceri viene gestito accordando sconti di pena ai detenuti al fine di ridurre in modo consistente il loro “soggiorno” ed escogitando una soluzione tutta italiana ad un problema volutamente eluso. Alla faccia della certezza della pena!

Dopo il tiepido riscontro da parte della stampa il nostro ufficio legale si era attivato predisponendo una relazione tecnica che metteva in luce le criticità della proposta di legge, puntando l’indice proprio sul passaggio che favorirebbe le possibilità di comunicazione dei più efferati criminali ospitati nelle nostre case di reclusione.
La nostra relazione metteva in evidenza varie criticità del testo di legge e proponeva la modifica sul punto attraverso puntuali approfondimenti. In particolare abbiamo sostenuto che la salvaguardia posta dall’inciso “fermo restando quanto previsto dall’articolo 41-bis” non supererebbe in maniera inequivocabile la prospettiva che questo tipo di comunicazione possa essere estesa anche ai soggetti del 41 bis e a quelli sottoposti all’alta sicurezza.
La stessa è stata quindi posta all’attenzione delle più alte cariche istituzionali e a tutti i membri della Commissione Giustizia, in particolare al suo Presidente.

Oggi apprendiamo con rammarico che le nostre istanze, formulate con perizia e meticolosità, sono state tutte respinte.
Pertanto quello che ci resta da fare è di lanciare un appello alle forze politiche che vorranno raccoglierlo, agli operatori della Giustizia, alla stampa, alle altre Associazioni e a tutti i Cittadini che, come noi, non vogliono che siano indeboliti in alcun modo gli strumenti di contrasto alle organizzazioni mafiose e terroristiche, che tanto sangue e tanto sacrificio sono costati alla nostra Patria.

La voce dei familiari delle vittime non si abbasserà, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti affinché si riesca a scongiurare questo macroscopico errore.
Noi non vogliamo che nessuna legge italiana riporti, né ora né mai, che la Stato “favorisce le relazioni familiari” di ‘ndranghetisti, camorristi, mafiosi o terroristi.

Il prossimo 23 maggio il Paese si stringerà intorno alla venticinquesima commemorazione della Strage di Capaci, nella quale vennero assassinati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sarebbe imbarazzante vedere in quell’occasione il mondo della politica che da una parte con commozione e lacrime celebra il sacrificio delle vittime della criminalità e dell’altra potrebbe concedere assurdi benefici agli autori di queste stragi.

Attendiamo fiduciosi che il Governo e il Ministro Orlando, in particolare, nel passaggio della proposta di legge in Aula prendano in considerazione le nostre indicazioni, intervenendo con un semplice correttivo che escluda esplicitamente l’accesso a tali strumenti, se non a fini processuali, dei soggetti sottoposti al 41bis, all’alta e media sicurezza.

Emanuela Piantadosi
Presidente Associazione Vittime del Dovere

STRALCIO DELLA PROPOSTA DI LEGGE AD INIZIATIVA GOVERNATIVA A.C. 4368 "MODIFICHE AL CODICE PENALE, AL CODICE DI PROCEDURA PENALE E ALL'ORDINAMENTO PENITENZIARIO"

(omissis)
ART. 85. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, nell’esercizio della delega di cui al comma 82, i decreti legislativi recanti modifiche all’ordinamento penitenziario, per i profili di seguito indicati, sono adottati nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi: (...)
i) disciplina dell’utilizzo dei collegamenti audiovisivi sia a fini processuali, con modalità che garantiscano il rispetto del diritto di difesa, sia per favorire le relazioni familiari; (...)”
(omissis)

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