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La stampa e la TV
13 MARZO 2018
Valtellina News - Delitto Moro: quando la storia è ricostruita in modo fazioso

L’Associazione Vittime del Dovere Onlus alza una vibrata protesta per un servizio mandato in onda, lunedì 12 Marzo su La 7, nella trasmissione Atlantide, in cui Andrea Purgatori dà voce ai brigatisti rossi, i terroristi che uccisero Aldo Moro e i cinque agenti della sua scorta, trascurando i parenti delle vittime e i rappresentanti delle istituzioni.

Pubblichiamo volentieri la lettera dell'Associazione che riunisce i famigliari delle vittime del dovere, i tanti servitori dello Stato caduti per difendere le libere istituzioni democratiche.

L’Associazione Vittime del Dovere Onlus esprime il suo sdegno e amarezza a seguito della messa in onda del programma televisivo “Atlantide” con una puntata dal titolo “Aldo Moro: storia di un delitto” condotta da Andrea Purgatori.

Tali sentimenti emergono forti poiché nel servizio è stato dato ampio spazio ai terroristi autori dei delitti. Gli stessi, dalle dichiarazioni rilasciate, non dimostrano alcun pentimento per i terribili gesti compiuti, non hanno speso parole di pietà per le Vittime.

Una ricostruzione che voleva essere storica, ma che purtroppo è apparsa faziosa una vera e propria “apologia al terrorismo”, in quanto la prospettiva era unilaterale; nessun diritto di replica e parola è stata concessa ai familiari delle Vittime, tristi protagonisti dei terribili fatti di via Fani, né altrettanto spazio è stato dato ai rappresentati delle Istituzioni.

Inoltre chi si è macchiato di atti terroristici ha cercato di far passare atroci delitti come un gesto di ribellione della classe operaia, cercando giustificazioni inaccettabili, inquinando e snaturando i principi della battaglie sociali e democratiche che si sono svolte nel nostro Paese.

L’Associazione Vittime del Dovere ritiene che trasmissioni di questo tipo, non solo siano fortemente irrispettose nei confronti della memoria delle Vittime del terrorismo, ma anche altamente lesive per le nuove generazioni che potrebbero riconoscersi in quelli che il mezzo televisivo celebra come “falsi miti”.

Dalle interviste rilasciate emerge come, in questa particolare occasione, la rieducazione carceraria non abbia sortito l’effetto sperato, risultando invece un completo fallimento.

Dei responsabili della strage di via Fani, quattordici brigatisti rossi che il 16 marzo 1978 uccisero sparando novantuno colpi (quarantacinque a bersaglio) i cinque uomini della scorta di Aldo Moro, nessuno è in carcere. Gli stessi danno interviste, scrivono libri, partecipano ad eventi pubblici.

L’Associazione di Volontariato Vittime del Dovere Onlus che rappresenta da anni, su tutto il territorio nazionale, le famiglie di appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, caduti o rimasti invalidi nel contrasto alla criminalità comune, alla criminalità organizzata e al terrorismo dice: “Basta mafiosi, assassini, delinquenti e terroristi sotto i riflettori. Chiediamo rispetto per le Vittime e per la dignità di ogni cittadino onesto”.

Nel 40esimo anniversario della strage di via Fani che si celebrerà il prossimo 16 marzo 1978 rivolgiamo un affettuoso pensiero alle famiglie dei cinque agenti della scorta di Aldo Moro, trucidati dalle Brigate Rosse nell’attentato: il Maresciallo dell’Arma dei Carabiniere Oreste Leonardi, l’Appuntato dell’Arma dei Carabinieri Domenico Ricci, le Guardie della Polizia di Stato Raffaele Iozzino e Giulio Rivera, e il Vicebrigadiere di Pubblica sicurezza Francesco Zizzi.

Tratto da ResegoneOnline.it

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