Aggravanti specifiche per reati contro le Forze dell’ordine è la proposta dell’associazione Vittime del dovere per scardinare le vie di fuga praticate dai criminali per l’impunità. Questo dopo l’ennesima vittima, la morte del vice brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega, 35 anni sposato da 43 giorni, ultimo di un lungo elenco di servitori dello Stato che mancano all’appello. Colpito da 8 coltellate quella inferta dritta al cuore è stata letale e avrebbe dato ai malviventi il tempo di allontanarsi e fuggire.
In servizio a Roma, Mario Cerciello Rega sarebbe stato ucciso per 100 euro, la cifra chiesta in cambio della restituzione di un borsello rubato ad una donna. Il carabiniere è stato colpito più volte in varie parti del corpo. É arrivato in ospedale in condizioni disperate ed è deceduto poco dopo.
L’associazione Vittime del dovere, sgomenta, interviene avanzando una proposta: “Ci stringiamo in un forte abbraccio alla famiglia del Vice brigadiere, a sua moglie e all’Arma dei Carabinieri. Si tratta dell’ennesima vittima di un lunghissimo elenco di servitori dello Stato che hanno sacrificato la propria vita per il Paese in nome dei principi di legalità e giustizia. Uomini e donne che ogni giorno onorano il Paese, il cui operato non deve essere reso vano”. L’associazione annuncia di voler proporre disegni di legge che rendano più efficace il trattamento sanzionatorio sia in termini di pena sia in termini di detenzione, affinché ci siano aggravanti specifiche per reati che vedano colpite le Forze dell’ordine nell’esercizio della loro funzione. Ciò non restituirà il giovane Renga e nemmeno l’appuntato scelto Emanuele Anzini, carabiniere di origine sulmonese morto travolto dall’auto guidata da un ubriaco durante un posto di blocco. La promessa di Vittime del dovere è un atto doveroso per onorarne la memoria di questi Uomini.
“Sensibilizzeremo sul necessario inasprimento del periodo detentivo per quei soggetti che si macchiano di tali orrendi reati al fine di creare un concreto deterrente. Purtroppo, la criminalità comune ed organizzata in Italia sanno perfettamente di poter ottenere vie di fuga attraverso un’inaccettabile impunità, garantita da consistenti sconti di pena e da troppo favorevoli misure alternative alla detenzione. Questo modus pensandi ed operandi della criminalità dovrà essere scardinato con azioni efficaci da parte delle istituzioni e della politica grazie alla pressione che solo un’opinione pubblica informata e responsabile può attivare in modo concreto – conclude Emanuela Piantadosi, presidente dell’associazione Vittime del dovere. – Attendiamo un riscontro da parlamentari volenterosi e sensibili che vogliano intraprendere insieme a noi questa battaglia”.
“Mario era un ragazzo d’oro, non si è mai risparmiato nel lavoro. Era un punto di riferimento per l’intero quartiere dove ha sempre aiutato tutti. Era un volontario per l’ordine dei Cavalieri di Malta dove faceva il barelliere e accompagnava i malati a Lourdes e a Loreto. Tutti i martedì andava alla stazione Termini per dar da mangiare ai bisognosi” ha dichiarato il comandante della stazione piazza Farnese Sandro Ottaviani.
“Speravo che la perdita del mio caro amico e compaesano Vincenzo Di Gennaro, il maresciallo dei carabinieri di San Severo barbaramente ucciso in quel di Cagnano Varano, e la triste notizia della morte del Carabiniere di Sulmona (Aq), Emanuele Anzini, investito poco tempo fa a Treviso, potessero rappresentare solo degli incidenti di percorso in una società come quella attuale che, sbagliando, pensavo vivesse un progresso in termini di convivenza civile – e deve ricredersi Mauro Nardella, Uil Abruzzo – L’uccisione stanotte del Vice Brigadiere Mario Cerciello Roga mi fa capire, purtroppo, che se risulta così facile oggi uccidere un appartenente alle forze dell’ordine evidentemente ci ritroviamo di fronte ad un autentico decadimento del mio pensiero positivo. La misura è colma. Chi si erge a difesa del diritto a far vivere in sicurezza i consociati di questa splendida Nazione, qual’è l’Italia, non può più vivere col pensiero che si possa così facilmente e maledettamente perdere la vita”.
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