“Non è accettabile alcuna discriminazione, morale e materiale, tra i familiari dei servitori dello Stato, appartenenti alle forze dell’ordine, militari o magistrati, che hanno perso la vita per il loro impegno a beneficio di tutta la collettività”.
Si è rivolta così il Ministro Fabiana Dadone ai vertici dell’Associazione di volontariato “Vittime del Dovere”, ricevuti a Palazzo Vidoni. “I congiunti della vittima di un criminale comune - ha aggiunto il Ministro -, vanno ricordati, onorati e difesi esattamente come i figli, i genitori o le vedove di una vittima del terrorismo o della mafia. Dopodiché, è indispensabile garantire a tutti maggiori tutele. Inoltre, si deve fare in modo che venga riconosciuto in modo effettivo, a partire dalle pubbliche amministrazioni, il diritto al collocamento obbligatorio in seno alle categorie protette, con chance lavorative all’altezza della qualifica e della professionalità possedute. I bandi devono sempre contemplare in modo esplicito questa categoria di persone, cosa che oggi non accade. E le amministrazioni devono indicare in modo più trasparente il proprio fabbisogno di personale in seno alle categorie protette."
"C’è tanto da fare - ha concluso il Ministro - ma non stiamo con le mani in mano. Perché lo Stato non può che essere sempre grato a chi si è sacrificato per proteggerne i valori e l’integrità”.
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