Aveva destato molto scalpore la notizia di ieri della scarcerazione di Pasquale Zagaria, esponente di spicco e ritenuto la mente economica del clan dei Casalesi, fratello del boss Michele Zagaria. Dopo la decisione del Tribunale di sorveglianza di Sassari di disporre gli arresti domiciliari, il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, ha incaricato gli ispettori di via Arenula di compiere accertamenti. Le verifiche da parte del ministro sono state estese al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, dopo che quest’ultimo organo non aveva risposto alla richiesta del Tribunale di Sassari di disporre un altro carcere per Pasquale Zagaria.
L’esponente del clan dei Casalesi era stato recentemente operato per un tumore e i giudici sardi hanno ritenuto che dovesse essere scarcerato in quanto considerato un soggetto a rischio per via del diffondersi dell’epidemia di Covid-19. Inoltre, a causa proprio del Coronavirus, la struttura sanitaria di Sassari è stata riconvertita in centro specializzato per il trattamento dell’infezione Covid-19, rendendola indisponibile per il prosieguo delle cure. A intervenire per dare alcune spiegazioni è stato il garante per i diritti dei detenuti, che ha sottolineato come i provvedimenti assunti nelle ultime ore dalla magistratura di sorveglianza, ovvero la detenzione agli arresti domiciliari di persone detenute sottoposte al regime del 41-bis sono del tutto non correlati alle misure introdotte per affrontare in carcere l’emergenza sanitaria in atto. Il garante ha, inoltre, ricordato che queste norme escludono esplicitamente i soggetti condannati per i delitti indicati dall’articolo 4-bis della legge 26 luglio 1975 numero 354 e dagli articoli 572 e 612-bis del Codice penale, oltre che ben altre cinque categorie di persone detenute.
Il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria ha fatto sapere, in una nota, che il Tribunale di sorveglianza di Sassari è stato costantemente informato in tutto il processo per trovare a Pasquale Zagaria una collocazione compatibile con il suo stato di salute. Ma la notizia della scarcerazione ha lasciato uno strascico di sconcerto da parte dell’Associazione vittime del dovere, che ha chiesto un nuovo intervento del Governo per rivalutare la decisione, ritenuta ingiusta, scandalosa e immorale.
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