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11 GENNAIO 2021
La Stampa - Scoppio a Quargnento, il Pm chiede 30 anni di carcere. I parenti dei pompieri morti: “Ci aspettavamo l’ergastolo”

Questa mattina, lunedì 11 gennaio, sono iniziate davanti alla Corte d’Assise le discussioni finali del processo per la strage di Quargnento in cui morirono tre vigili del fuoco. Presenti entrambi gli imputati. Dopo le dichiarazioni spontanee dell’imputato (“Le mie scuse non servono a farli tornare in vita”) la requisitoria del Pm: delusi i parenti dalla sua richiesta, si aspettavano l’ergastolo

ALESSANDRIA. Dopo le dichiarazioni spontanee rese da Gianni Vincenti accusato con la moglie Antonella Patrucco di omicidio plurimo doloso aggravato per l'esplosione della cascina di Quargnento che nel novembre 2019 causò la morte di tre vigili del fuoco, questa mattina 11 gennaio  in Corte d'Assise alla ripresa del processo, c’è stata la requisitoria del pubblico ministero, Enrico Cieri.

Pm che al termine del suo intervento ha chiesto 30 anni di carcere per entrambi gli imputati, Gianni Vincenti e la moglie Antonella Patrucco. 

«È chiaro che come mamma gli ergastoli li aspetto»: così la mamma di Marco Triches, uno dei pompieri morti nell’esplosione di Quargnento, dopo la richiesta del pm di condannare i coniugi Vincenti a 30 anni concedendo loro le attenuanti generiche. Una richiesta che ha sorpreso le parti civili. In aula oggi ad Alessandria erano presenti i parenti di tutte le vittime dello scoppio.  «I morti sono tre, sarebbe stato più giusto chiedere trent'anni per ognuno», hanno aggiunto le madri di due dei tre vigili del fuoco rimasti uccisi nell'esplosione della cascina di Quargnento. 

«Le mie scuse non servono a farli tornare in vita. Ogni giorno recito il rosario per le vittime e per me». Così Gianni Vincenti  rendendo dichiarazioni spontanee prima della requisitoria del Pm: «Non volevo che si facesse male qualcuno - aveva aggiunto -. Chiedo scusa ai parenti delle vittime. Tutti i giorni li passo nella disperazione. Tutti i giorni in cella recito il rosario per loro. Quello che è successo è troppo grande, non posso chiedere neanche perdono».

Per oggi erano previste anche le discussioni delle parti civili. Anche la moglie, Antonella Patrucco era presente in aula. Intanto c’è stato  un presidio dei vigili del fuoco  davanti al tribunale di Alessandria. «Possiamo proteggere i cittadini solo se la magistratura e lo Stato non sono contro di noi», dicono i vigili del fuoco, che sono rimasti tutto il giorno davanti al Palazzo di giustizia. 

Nell’arco della giornata è intervenuta anche l'associazione Vittime del dovere chiedendo il massimo della pena. «Nell'udienza di oggi, la procura - riferisce l'associazione in una nota - ha chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per gli imputati, motivando la scelta di non sollecitare la pena dell'ergastolo sulla base della ritenuta equivalenza tra le attenuanti generiche e le contestate aggravanti. L'associazione Vittime del dovere, rappresentata dall'avvocato Sergio Bellotti del Foro di Roma, ha chiesto la condanna degli imputati alla pena di giustizia e ha protestato sulla scelta operata dalla procura di non chiedere l'ergastolo per i due imputati, sollecitando la Corte a una sentenza che infligga il massimo della pena prevista.

Il dibattimento riprenderà il 25 gennaio 2021, data in cui verrà svolta la discussione delle difese degli imputati.

Tratto da La Stampa

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