(ANSA) - ROMA, 23 AGO - "Le norme anti Covid non devono intaccare i servizi essenziali previsti per i servitori dello Stato". Lo afferma l'Associazione Vittime del Dovere in relazione al fatto che le Forze dell'Ordine senza green pass sono costrette a mangiare in luoghi non idonei non potendo fare i pasti in mensa.
"Nel comprendere la necessità di adottare provvedimenti atti a contrastare la diffusione del virus Sars Covid 19, tuttavia siamo rammaricati di venire a conoscenza che tali norme inaspriscono le restrizioni fino ad oggi vigenti, senza neppure cercare soluzioni alternative che, sempre e comunque nel rispetto delle necessarie misure di sicurezza, garantiscano i diritti fondamentali di tutti i cittadini. Il pasto, così come il servizio mensa, sono infatti servizi di prima necessità per gli operatori delle Forze dell'Ordine e l'interpretazione assai restrittiva dell'ultimo provvedimento approvato rischia di essere illegittimo. Non di rado - ricorda l'Associazione nella nota - il Giudice Amministrativo è intervenuto sull'argomento riconoscendo un obbligo dell'Amministrazione di appartenenza di rendere effettivo l'accesso alla mensa per il personale impiegato in servizi che presuppongono la permanenza nel luogo lavoro anche per il tempo occorrente alla consumazione dei pasti ovvero adottando soluzioni alternative nelle ipotesi di oggettiva impossibilità di accesso".
Pertanto non si può che rimanere perplessi in merito alla situazione delle Forze dell'Ordine, poiché da una parte si comprende l'intenzione di voler tutelare la loro salute, dall'altra non ci si capacita di come il rischio di contagio sia maggiore in una mensa, con i dovuti distanziamenti, rispetto al rischio insito nel servizio stesso. Pertanto l'Associazione Vittime del Dovere, facendosi parte attiva, rivolgerà le proprie riflessioni alle Istituzioni affinché si possa trovare una più decorosa soluzione che non preveda il dover consumare il proprio pasto in aree poco consone. Queste soluzioni, non solo rischiano di non avere gli effetti desiderati, ma ancora peggio ledono la dignità e i diritti dei rappresentanti dei Corpi di Polizia che, senza alcun indugio, offrono la propria vita in nome di uno Stato, che dovrebbe a sua volta tutelarli", conclude la nota. (ANSA).
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