Teodora col suo papà, Nicola.
Un esempio per tutti noi.
Si è svolta ieri la quinta edizione del premio Maresciallo Luigi D'Andrea, poliziotto della Stradale ucciso a Dalmine il 6 febbraio 1977 da un vile delinquente (tuttora in carcere, condannato a 4 ergastoli e 290 anni di reclusione), insieme all'agente Renato Barborini. Non ne pronuncio il nome (del vile) perché il suono che fa mi disgusta.
Il premio, che ha ricevuto quest'anno la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il patrocinio del Senato, è stato conferito all'Appuntato Scelto dei Carabinieri Nicola Ungaro, in servizio al Nucleo Operativo e Radiomobile di Borgo San Lorenzo (Firenze) e al Vigile del Fuoco Ilario Jori, appartenente al comando della stessa cittadina. I due, travestiti da sanitari del 118, bloccarono una persona barricatasi in casa, ormai satura di gas, che minacciava di farsi saltare in aria. Il premio è stato, come al solito, un condensato di emozioni che Gabriella Vitali D'Andrea, vedova di Luigi, non smette mai di trasmetterci. Non ha smesso di lottare nemmeno per un istante e dopo aver condotto le figlie orfane del padre ad una vita esemplare, dedica ogni attimo di sé agli altri. Nell'amore per il prossimo e nell'intransigenza nella lotta contro chi vuole per forza far perdonare l'icona del un bandito che quel vile è riuscito a diventare. Ma che, per fortuna, resta dietro le sbarre di una galera.
Di questi tempi non è facile vedere come un padre riesca ad essere un simbolo per la figlia adolescente. Teodora, unigenita di Nicola Ungaro, sedeva appena dietro le figlie di Luigi D'Andrea e da come guardava papà, intervistato e fotografato, in mezzo alle massime autorità della Lombardia che tributavano a lui ed al pompiere il riconoscimento per aver messo a repentaglio la propria vita in nome della sicurezza di tutti noi, si capivano due cose: che ama perdutamente il babbo, per lei esempio di vita, e che comprende la difficoltà e il rischio del suo lavoro, dimostrando un senso di responsabilità che poche persone, a sedici anni, riescono ad avere. Oggi, su Facebook, Teodora ha scritto:
Per favore, fermatevi un po' a pensare... voi odiate tanto le forze dell'ordine, perché vi fanno multe, vi sequestrano la patente, perché vi tolgono i punti, perché vi sequestrano la droga e per altre ragioni...
Vi siete mai fermati a pensare che è per il vostro bene? Che se vi fermano e siete ubriachi e vi tolgono la patente è per non farvi sbattere contro qualcosa o per non ammazzare altri...
Vi siete mai chiesti che se vi sequestrano la droga è per farvi solo del bene...?
Le forze dell'ordine sono persone che tolta la divisa anche loro hanno un cuore...
Adesso, da figlia di un carabiniere, voglio raccontarvi un fatto. Mio padre è stato premiato per aver salvato un intero condominio... Già! Un pazzo aveva riempito tutto con il gas e con un accendino in mano voleva dar fuoco a tutto. Lui vestito da medico lo ha fermato...
Ci pensate mai che bastava che il pazzo pigiasse l'accendino e mio padre sarebbe morto?
Ci pensate mai che tutti i giorni le forze dell'ordine rischiano di morire per mettere la nostra vita al sicuro, per proteggere noi?
A
desso mettetevi nei miei panni che delle sere quando è di servizio e non mi risponde al telefono mi vengono in mente i peggio pensieri...
Mettetevi nei miei panni che quando lui corre dietro ai ladri potrebbe perdere la vita...
Mettetevi nei miei panni che da un giorno all'altro potrei svegliarmi e non avere più un padre perchè rischia la sua vita per la società per noi...
Spero che queste parole vi siano servite a qualcosa...
Io non so, Teodora, se le tue parole serviranno a tutti. Di sicuro serviranno a molti. Questo blog andrà in giro, come le tue parole su facebook, e sapere di averti reso felice servirà alla mia amica Gabriella, che insegue la vita del suo Luigi così come tu insegui l'odore di papà, ogni giorno con te. La differenza sottile che c'è tra te e Gabriella sta solo nella tua giovane età. Perché quando si ha accanto un uomo che è anche una Persona con la "P" maiuscola, non importa essere figlio o figlia, moglie o marito, babbo o mamma, sorella, fratello, cugino o amico. Si vive di ciò che loro sono in grado di darti. La vita di Nicola, che io conosco così bene, è costellata ogni giorno di gesti che fanno la differenza.
Gesti che, come quello di Luigi, sono destinati a durare per sempre...
Luigi D'Andrea, Caduto in servizio il 6 febbraio 1977
Tratto da monza900.com
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