L’Associazione desidera esprimere le più sentite congratulazioni per il prestigioso incarico al Dott. Giovanni Russo, nominato nuovo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con l’augurio di svolgere con grande soddisfazione professionale, un impegno istituzionale tanto importante quanto delicato nell’interesse di tutto il popolo italiano.
Si coglie l’occasione per ricordare come purtroppo anche il Dott. Carlo Renoldi, ultimo responsabile del DAP in ordine di tempo, non sia riuscito, come i suoi predecessori, a dare riscontro a nessuno degli argomenti posti alla sua attenzione, a seguito di un incontro ufficiale, svoltosi nel luglio scorso con i vertici della nostra organizzazione. Nonostante le premesse fossero promettenti e pur avendo manifestato disponibilità al confronto su alcune delle proposte dell’Associazione, tutte le tematiche di seguito riportate non hanno avuto nessun seguito, e precisamente né un riscontro scritto né un’auspicata attuazione.
Pur consapevoli del fatto che il tempo a disposizione del Dott. Renoldi non gli abbia consentito di avviare concretamente gli auspicati interventi condivisi, dobbiamo purtroppo prendere atto del fatto che, comunque, non abbiamo ottenuto alcun riscontro alle istanze e proposte avanzate e che – ancora una volta – si interrompe il filo del dialogo imbastito con i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.
Ci auguriamo sia possibile quanto prima incontrare il Dott. Russo, con la speranza di un colloquio realmente proficuo e costruttivo, con la speranza di realizzazione di azioni fattive di modifica del procedimento penale, focalizzando l’attenzione su un nuovo ruolo della vittima che dovrà avere maggior peso specifico nel corso del processo e dell’esecuzione penale, nell’ambito della quale potrà seguire, volendo, anche il percorso di pentimento, rieducazione e reinserimento nella società del condannato.
Ci auguriamo sia possibile quanto prima incontrare il Dott. Russo, con la speranza di un colloquio realmente proficuo e costruttivo, con la speranza di realizzazione di azioni fattive anche di modifica del procedimento penale, focalizzando l’attenzione su un nuovo ruolo della vittima che dovrà avere maggior peso specifico nel corso del processo e dell’esecuzione penale, nell’ambito della quale potrà seguire, volendo, anche il percorso di pentimento, rieducazione e reinserimento nella società del condannato.
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