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29 MARZO 2023
Adnkronos - TERRORISMO: MINERVINI (VITTIME DOVERE), 'ESTERNAZIONI SOFRI INSULTO A STATO E GIUSTIZIA'

'Galmozzi, mai pentito, conferma di essere tuttora quello che è stato' Roma, 29 mar. - (Adnkronos) - "Le odierne esternazioni del signor Sofri, oltre ad essere a mio avviso fortemente 'sbilanciate', sono non un'offesa ma un gravissimo insulto al nostro Stato, alla nostra Patria, alla Giustizia, al senso civico, alle Vittime e alle loro famiglie, a tutti i Cittadini liberi ma anche a quelli ristretti in carcere per l'espiazione della pena comminata. Soprattutto, costituiscono un messaggio alquanto pericoloso per le nuove generazioni, ovverossia l'impunità quale alternativa 'legittimata' al carcere, addirittura un merito 'premiante' per chi dimostri 'straordinarie' capacità nel fuggire e nel sottrarsi alla giustizia, con 'ex terroristi', o comunque 'ex assassini' quali maestri ed esempi da seguire". Così all'AdnKronos Ambra Minervini, vicepresidente dell'associazione 'Vittime Dovere' e figlia del magistrato Girolamo Minervini, ucciso dalle Brigate rosse il 18 marzo 1980, commenta l'intervento di Adriano Sofri sul Foglio dopo il 'no' all'estradizione degli ex terroristi 'rossi' pronunciato dai giudici francesi. "Vorrei, inoltre, ricordare - osserva Minervini - il forte legame ideologico a suo tempo esistente tra il signor Sofri e Giorgio Pietrostefani, a difesa del quale il signor Sofri ritiene oggi opportuno evidenziare, tra l'altro, che 'non è mai stato condannato, e nemmeno imputato, di terrorismo', come se ciò, al di là della giusta precisazione, possa in qualche modo sminuire la gravità dell'omicidio del commissario Calabresi per il quale è stato condannato per concorso morale. E pertanto quantomeno presumibile che le considerazioni del signor Sofri possano essere alquanto condizionate da una pregressa condivisione, contraddistinta da matrice eversiva". "Cerco, poi, di replicare con risposte che non siano condizionate dalla mia condivisione, o meglio, mancata condivisione, di vita con mio padre - sottolinea ancora Minervini -, vittima, e non ex vittima, delle brigate rosse, evitando di soffermarmi sull'evocato turbamento all'ordine pubblico ormai superato ed esaurito, sul tempo trascorso, sulla situazione familiare degli assassini e non sulla condizione, volutamente trascurata delle vittime". Quanto, infine, all'esultanza per la decisione della Cassazione di Enrico Galmozzi, fondatore delle Brigate combattenti di Prima Linea, che su Facebook ha scritto: "Quanto mi fa godere la Cassazione francese...", Minervini chiosa: "Credo ci sia poco da dire. Condannato per due omicidi, per quanto mi risulti mai pentito, oggi uomo libero per aver scontato la pena, non fa altro che confermare di essere tuttora quello che è stato".

Tratto da Adnkronos

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