La sera del 27 luglio 1993, una violenta esplosione scosse la tranquillità di Milano, lasciando una cicatrice indelebile nel cuore della città e nella memoria collettiva degli italiani. Alle ore 23:14, un’autobomba piazzata in via Palestro esplose, causando una strage che spezzò cinque vite e provocò decine di feriti.
La strage di via Palestro si inserisce nel contesto delle sanguinose stragi mafiose dei primi anni '90, orchestrate dalla mafia siciliana per colpire lo Stato italiano e intimidire le istituzioni. Il 1993 fu un anno segnato da una serie di attentati dinamitardi, tra cui quelli di Roma e Firenze, che miravano a diffondere il terrore e a ottenere una revisione delle severe politiche antimafia.
La sera del 27 luglio, una Fiat Uno imbottita di esplosivo venne parcheggiata davanti al Padiglione d'Arte Contemporanea (PAC) in via Palestro. L’autobomba esplose poco dopo, uccidendo cinque persone: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'agente di Polizia Municipale Alessandro Ferrari e il cittadino marocchino Driss Moussafir, che stava dormendo su una panchina nelle vicinanze. La potenza dell'esplosione devastò la zona circostante, causando danni ingenti al PAC e ai palazzi adiacenti, e ferendo gravemente numerosi passanti.
Le vittime di via Palestro sono ricordate per il loro coraggio e il loro spirito di servizio. I vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno erano intervenuti per un sospetto incendio segnalato vicino al luogo dell’esplosione. Alessandro Ferrari, agente della Polizia Municipale, era accorso per prestare aiuto. Driss Moussafir, invece, è diventato una vittima innocente di una barbarie che non distingueva tra chi serviva lo Stato e chi era semplicemente un passante.
Il prossimo giovedì 27 luglio 2023, alle ore 9.30, il Comune di Milano e il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco organizzano una serie di iniziative promosse per la ricorrenza.
Sostieni l'associazione!
Fai una donazione con