MILANO. Le recenti polemiche sollevate riguardo al Calendario della Polizia Penitenziaria 2025 meritano una riflessione.
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) svolge un ruolo cruciale all’interno delle Forze di Polizia italiane, non solo dal punto di vista giuridico, ma anche storico e sociale.
Giuridicamente, il DAP è responsabile della gestione e dell’organizzazione delle carceri, garantendo la sicurezza e l’ordine all’interno degli istituti penitenziari.
Storicamente, il DAP ha evoluto le sue funzioni per rispondere alle esigenze di una società in continua trasformazione, mantenendo sempre un equilibrio tra autorità e rieducazione.
Il DAP contribuisce alla rieducazione e al reinserimento dei detenuti nel contesto sociale promuovendo un modello di giustizia che rispetta i diritti umani e la dignità delle persone. Questo ruolo è essenziale per garantire che il sistema penitenziario non sia visto solo come un luogo di punizione, ma anche come un’opportunità per la riabilitazione.
Tuttavia, questa funzione non è la sola e troppo spesso si vuole sostituire strumentalmente il concetto di pena con quello di rieducazione, privando di contenuti la necessaria azione afflittiva della condanna.
“È importante sottolineare – evidenzia Emanuela Piantadosi, presidente dell’Associazione Vittime del Dovere – le difficoltà quotidiane affrontate dagli agenti della Polizia Penitenziaria, Corpo all’interno del quale si contano il maggior numero di vittime ferite e aggredite. A titolo esemplificativo, si considerino i dati aggiornati alle ultime rilevazioni sull’aggressione del personale di Polizia Penitenziaria, estratti dall’applicativo Eventi Critici utilizzato dalla Sala Situazioni del DAP e raccolti sulla base delle segnalazioni degli Istituti penitenziari, comunicati ufficialmente, su espressa richiesta, alla nostra Associazione. I numeri delle aggressioni fisiche al personale sono state 1.263 nel 2022, 1.760 nel 2023 e 2-033 aggressioni quest’anno”.
Si evidenzia, quindi, un preoccupante aumento del numero di aggressioni al personale di polizia penitenziaria del 61% dal 2022 al 2024.
I dati dimostrano il clima di crescente aggressività e le sfide che gli agenti devono affrontare ogni giorno per mantenere la sicurezza e l’ordine all’interno delle carceri.
Le dispute politiche non devono distogliere l’attenzione dal lavoro prezioso e spesso pericoloso svolto dalla Polizia Penitenziaria. È essenziale riconoscere e sostenere il loro impegno, ricordando sempre l’importanza del DAP nel garantire un sistema di giustizia equilibrato e rispettoso dei diritti umani.
“Per onestà intellettuale – aggiunge Piantadosi – è necessario analizzare i reali contenuti del Calendario 2025, dedicato in maniera specifica, così come riportato testualmente, alla formazione, alla specializzazione e all’addestramento degli agenti che, ricordiamo, sono forze di polizia e come tali, ovviamente, soggiacciono alle attività addestrative, parimenti a tutte le altre amministrazioni dello Stato che si occupano di sicurezza”.
“A nostro avviso – aggiunge – il Calendario è un’opera pregevole che vuole essere, ed è, meramente rappresentativa del percorso professionale necessario alla formazione del ruolo di agente della Polizia Penitenziaria. Le immagini in alcun modo richiamano l’interazione con i detenuti o si inquadrano all’interno delle strutture carcerarie, privilegiando la indiscutibile attività professionalizzante che caratterizza le capacità di gestione di ogni situazione, in cui la sicurezza è aspetto prioritario per la salvaguardia di qualsiasi vita umana.
Soltanto menti animate da pregiudizio e ostilità verso chi indossa una divisa, vieppiù se della Polizia Penitenziaria, possono leggere in modo polemico e distorto nelle suggestive immagini ipotetici messaggi “di mera repressione e esibizione di forza violenta ….lontani dai principi e dai valori della Carta Costituzionale”.
E’ pertanto utile sottolineare, a chi non ne abbia contezza, che le funzioni della Polizia Penitenziaria sono stabilite dalla legge 15 dicembre 1990, n. 395 che istituì il nuovo Corpo e che recita testualmente: “Il Corpo di polizia penitenziaria attende ad assicurare l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale; garantisce l’ordine e tutela la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari e delle strutture del Ministero della giustizia ((…)); partecipa, anche nell’ambito di gruppi di lavoro, alle attività di osservazione e di trattamento rieducativo dei detenuti e degli internati; espleta il servizio di traduzione dei detenuti ed internati ed il servizio di piantonamento dei detenuti ed internati ricoverati in luoghi esterni di cura, (…). Contribuisce a verificare il rispetto delle prescrizioni previste dai provvedimenti della magistratura di sorveglianza. Collabora con la magistratura di sorveglianza operando presso ogni Tribunale e Ufficio di sorveglianza; assiste il magistrato del pubblico ministero presso gli uffici di esecuzione istituiti nell’ambito delle Procure della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo del distretto, nonché delle Procure generali presso le Corti di appello.”
“Vogliamo sottolineare che per le nostre famiglie di Vittime del Dovere è stato motivo di grande orgoglio il riconoscimento dell’attività svolta dalla nostra Associazione all’interno del Calendario del Corpo della Polizia Penitenziaria dell’anno 2024 – conclude la presidente Piantadosi -. Non possiamo che essere vicini all’Amministrazione Penitenziaria alla quale rinnoviamo il nostro apprezzamento per il delicato ruolo svolto con infinito impegno quotidiano e che ringraziamo per le molteplici dimostrazioni tangibili di assoluta attenzione e sostegno ai familiari di quanti hanno sacrificato la vita per la nostra Nazione”.
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