GROSSETO. Al ministro della Giustizia Paola Severino, di lettere ne sono arrivate almeno due. Quella dell’associazione Familiari delle vittime del dovere e quella del parlamentare Pdl Gabriele Toccafondi. Una levata di scudi, contro la decisione del gip di Grosseto Marco Bilisari di concedere gli arresti domiciliari alla comunità Exodus a Matteo Gorelli, il ventenne di Cerreto accusato di aver ucciso a bastonate il carabiniere Antonio Santarelli. «Alla già lunga lista di reati di omicidio i cui autori non vengono scovati - scrive Emanuela Piantadosi, presidente dell’associazione delle vittime del dovere - dobbiamo aggiungere una sequela di autori di reati noti che, per un eccesso di malinteso buonismo vengono lasciati prima ancora del giudizio a piede libero o agli arresti domiciliari in totale dispregio dei diritti delle vittime, dei loro familiari e di chi combatte la criminalità ogni giorno».
La lettera dei Familiari delle vittime del dovere è stata inviata anche al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, al ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli.
Una lettera che ribadisce un concetto. «È condivisibile la necessità di una funzione rieducativa della pena, costituzionalmente orientata - spiegano - ma non vorremmo che ciò si traducesse in un’eccessiva benevolenza». Lo stesso pensiero è stato espresso al ministro della Giustizia anche dal parlamentare Pdl Toccafondi, che però, probabilmente sbaglia la geografia e mette Grosseto in provincia di Siena. «A maggio dell’anno scorso - scrive- ho conosciuto i familiari di Santarelli e il comandante provinciale dell’arma dei carabinieri di Siena. Le parole, i volti dei familiari e i gesti di quel giorno mi tornano alla mente anche oggi e pur ribadendo l’utilità delle forme di recupero previste dal nostro ordinamento credo sia necessario proprio per dare a questi tipi di misure la loro gisuta credibilità, un percorso che in questo caso non ci sia stato fino in fondo».
Il giudice Marco Bilisari e il pm Giuseppe Coniglio hanno scelto un’altra via: quella del recupero. Gorelli è accusato di aver ucciso un carabiniere e di aver colpito con una ferocia inaudita un altro militare, Domenico Marino, che ha perso un occhio. Era con tre ragazzini, all’epoca minorenni. Ora è in comunità, dove dovrà lavorare sodo. (f.g.)
Tratto da iltirreno.gelocal.it
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