Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
La stampa e la TV
31 MARZO 2013
agenziastampaitalia.it - Tagli alle borse di studio degli orfani delle Vittime del Dovere

 

(ASI) Roma. Lettere in Redazione - Un problema che forse potrà sembrare di poca importanza, rispetto alla crisi che sta attraversando attualmente il nostro Paese. Riteniamo tuttavia che proprio questo fatto manifesti più di ogni altro la mentalità e la logica imperante: l’assoluta mancanza di rispetto per la fasce più deboli, verso tutti coloro che invece dovrebbero essere maggiormente tutelati.
Vorremmo infatti sottoporre alla Vostra gentile attenzione la nostra lettera inviata al Presidente Napolitano riguardante l'ultimo taglio operato ai danni delle Vittime del Dovere, precisamente nei confronti delle borse di studio degli orfani e dei figli degli invalidi.
Nel 1998 sono state introdotte delle borse di studio a favore degli orfani delle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata che nel loro piccolo fornivano un importante aiuto alle famiglie (un totale di 800 borse di studio).
Il 26 marzo scorso è stato pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri  il bando per le borse di studio che con grande stupore risultano dimezzate per importo, a seguito dei continui tagli operati al Ministero dell'Istruzione. Ciò limiterà la possibilità di proseguire gli studi a chi ha già dato tanto alla nostra Nazione (vedi allegati).
La memoria corre agli ultimi provvedimenti con cui il Governo Monti ha cercato (invano dopo la caustica protesta della nostra Associazione) di rendere soggette a tassazione irpef le pensioni di invalidità e quelle di guerra.
La scelta di incidere  ancora su benefici di natura risarcitoria, che non costituiscono inutili privilegi, ma doverosi riconoscimenti e forme di assistenza ai superstiti,  risulta fortemente frustrante.

Lettera dell'Associazione Vittime del Dovere al Presidente della Repubblica 

Monza, 29 marzo 2013
Preg.mo Sig. Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in questo momento storico così difficile per il nostro Paese, dove rappresentare lo Stato è quanto mai una missione ed un sacrificio, l’Associazione Vittime del Dovere trova sconcertante il provvedimento che dimezza le sovvenzioni agli studi per i figli dei Servitori del Paese, caduti o rimasti invalidi mentre svolgevano i loro compiti istituzionali.
Il diritto allo studio, unico e vero strumento capace di condurre un individuo alla libertà, e alla formazione della coscienza umana e civica, è quanto di più prezioso resta a chi ha perso un genitore in nome della Patria. Ogni ragazzo necessita del migliore accesso agli studi. I figli di chi ha sacrificato la vita per servire l’Italia, però, lo meritano per una ragione in più. E’ un risarcimento morale senza prezzo, una mano tesa a dar loro la forza per non abbandonare il cammino valoriale tracciato dai loro genitori, per crescere consapevoli del grande onore di aver avuto in famiglia qualcuno di così speciale, a cui rendere onore maturando e preparandosi alla vita nel migliore dei modi.
Oggi purtroppo tutto ciò potrebbe essere in pericolo. Con grande sorpresa abbiamo appreso in questi giorni che con provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n. 24 del 26-3-2013, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha indetto due concorsi pubblici per titoli, per l'assegnazione di borse di studio di scuola elementare e secondaria, inferiore e superiore, e di corso universitario in favore degli orfani e dei figli degli invalidi di vittime del dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata, dimezzandone gli originari importi.
Le borse di studio sono risultate invariate negli ultimi anni fino ad oggi quando, per mezzo del ricorso alla legge di contabilità e finanza pubblica che consente di rimodulare le spese in via compensativa all'interno di un programma o tra programmi di ciascuna missione, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, si è ben pensato, con la Legge di Stabilità, di ridurre della metà lo stanziamento per il Ministero dell'Istruzione della Ricerca e dell'Università.
Probabilmente non ci si accorge che si è molto lontani da un’idea di tutela, poiché gli attuali importi delle borse di studio coprono solo una parte dei costi che le famiglie devono sostenere per l'istruzione e l’esiguità del nuovo contributo non consente alle stesse di avere un adeguato sostegno.
L’Associazione Vittime del Dovere di recente ha dovuto denunciare e lottare, troppo spesso, per bloccare i tentativi del Governo di limitare o privare le Vittime dei benefici di carattere assistenziale e risarcitorio, come i vergognosi provvedimenti della spending review sulla tassazione delle pensioni di invalidità o sulle pensioni di guerra, come se non fossero presenti sotto gli occhi dell’opinione pubblica intera i privilegi e i benefici dispensati a piene mani a favore di categorie di intoccabili che non conoscono nemmeno il significato delle parole sacrificio, dovere, bisogno. Il concetto di tutela degli orfani in genere, ma in particolare degli orfani di guerra, era un principio già consolidato in epoca greca e romana. Anche la Bibbia ricorda come nell’antichità si avesse particolare attenzione e cura per gli orfani. Oggi far passare con leggerezza questo taglio dello Stato, spacciato come inevitabile, su una tematica delicata e inviolabile come quella dell’istruzione degli orfani che in nome di quello stesso Stato hanno perso il loro padre, ci sembra paradossale. Dato per scontato questo, non ci si potrà stupire di nulla più.
Chiediamo il Suo intervento, Sig. Presidente, perché si smetta di umiliare chi ha già dato tanto all’Italia, perchè non si faccia ricadere sugli orfani e sulle categorie più deboli la colpa degli sprechi e della crisi del nostro Paese, perché si rispettino coloro che ogni giorno si spendono senza riserve, con mezzi e tempi che Lei ben conosce, per garantire la sicurezza ed il rispetto della legalità, perché si inizino a rispettare i sacrifici di chi rappresenta al meglio i valori in cui la nostra Nazione ha bisogno di ricominciare a credere, a partire dai banchi di scuola.
Vivere in un Paese civile vuole dire sostenere e avere attenzione verso i più deboli e rispettare chi per gli altri ha offerto il bene più grande, la propria vita.
Auguri di Buona Pasqua a Lei e a tutti gli Italiani, perché la Resurrezione di Cristo, celebrata dalla giornata pasquale, favorisca anche la rinascita di valori condivisi e risvegli veramente la coscienza civile e collettiva di ciascuno.

Emanuela Piantadosi
Presidente dell’Associazione Vittime del Dovere, orfana del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi M.O.M.C.


Tratto da agenziastampaitalia.it

 

Tutti i dati contenuti all'interno di questo sito sono di libera consultazione e citazione, è comunque obbligatoria la menzione della fonte in caso di utilizzo. Qualora si pubblichi il contenuto di questo sito, a qualsiasi titolo, senza averne correttamente citata la fonte i proprietari si riserveranno di agire attraverso le autorità competenti.
🡱