Deputati, niente aumenti di stipendio Cresce, invece, la busta paga dei magistrati
ROMA (4 gennaio) - Il tema dell'allineamento delle retribuzioni dei deputati a quelle dei senatori, dopo il no al congelamento degli scatti automatici deciso da Palazzo Madama, «per ora non è all'ordine del giorno né del collegio dei Questori né dell'ufficio di presidenza della Camera». Lo afferma il Questore anziano di Montecitorio, Gabriele Albonetti, confermando che a gennaio la busta paga dei deputati non sarà più pesante.
Comunque, ha ribadito, quello dell'allineamento delle indennità «è un tema che va affrontato». «Il problema - spiega Albonetti - esiste non solo perché è stato sollevato da parecchi deputati che hanno chiesto per iscritto al presidente Bertinotti di provvedere all'allineamento delle loro indennità con quelle dei colleghi senatori, ma riveste anche una natura costituzionale. La Costituzione, infatti, prevede l'indennità parlamentare, ma non in misura diversa tra parlamentari delle due Camere». Ma come si risolve il problema? «Si potrebbe anche chiedere al Senato - azzarda Albonetti, pur se poco convinto - di tornare sui propri passi...». E allora? Realisticamente si potrebbe andare verso una delibera che preveda l'allineamento a partire da quest'anno. «Ma ancora - puntualizza il Questore di Montecitorio - non c'è nessuna decisione». Italia dei valori: aumento dell'indennità? Per le vittime del lavoro. «E' vergognoso e inaudito l'aumento che il Senato e la Camera si vogliono dare» dice Stefano Pedica, dell'Idv, che propone ai parlamentari: «Se passasse questo, e spero che non sia cosi, e comunque a prescindere da questo aumento, dovranno tutti donare tale aumento annuale, pari a 1.400 euro, ai familiari delle vittime della ThyssenKrupp alla fine di questo mese, e ogni fine anno farsi trattenere lo stesso importo dalla busta paga per un fondo da destinare alle vittime della strada, del lavoro e del dovere. Con questo sistema si raccoglieranno ogni anno, solo con i parlamentari, circa un milione e 400 mila euro. Un gesto di responsabilità regolato da una proposta di legge che depositerò alla ripresa dei lavori». Gasparri: bloccare gli aumenti. «E' ovvio che l'ipotesi di adeguamento dell'indennità dei deputati va bloccata. Agli zelanti neofiti della moralizzazione dell'Italia dei valori, le cui proposte mai firmerò fino a quando per brama di poltrone del capo sosterranno il governo delle tasse, ricordo che è stato per iniziativa di An che fu tagliato del 10% l'emolumento per i parlamentari». Lo dice Maurizio Gasparri, dell'Ufficio politico di An. «E' chiaro che l'ufficio di presidenza di Montecitorio non farà l'errore del Senato e non aumenterà nulla. Confermeremo le nostre posizioni, certi di ottenere l'unanimità dei pareri. E' inimmaginabile buttare altri soldi». Crosetto(Forza Italia): la Camera blocchi l'aumento. «La Camera blocchi immediatamente il previsto aumento degli stipendi ai parlamentari - dice Guido Crosetto di Forza Italia - E' inconcepibile continuare a fare dichiarazioni di principio sui costi della politica, predicare un abbassamento dei costi dello Stato, tagliare lo stipendio a tutti i consiglieri comunali e provinciali d'Italia e poi, dopo appena 15 giorni, concedere un aumento di stipendio ai parlamentari». Calderoli: il mio emendamento venne bocciato. Il senatore della Lega Nord, Roberto Calderoli, ricorda di aver presentato un emendamento, bocciato da maggioranza e opposizione, nella nota di variazione al Dpef e alla Finanziaria con l'obiettivo di bloccare stabilmente gli aumenti automatici degli stipendi di deputati e senatori. «Oggi ne paghiamo le conseguenze - dice Calderoli - e vediamo anche chi, recentemente, si stracciava le vesti davanti ai costi della politica, fare oggi il pesce in barile e lasciare che le cose vadano come ai tempi della miglior Prima Repubblica». Buste paga più pesanti per i magistrati a partire dal mese in corso, per effetto della legge Finanziaria 2008. Gli aumenti netti mensili varieranno da un minimo di 64,58 euro delle toghe a inizio carriera ai 183,44 euro destinati ai giudici più anziani; incrementi che saranno però maggiorati degli scatti biennali maturati dai singoli nelle diverse classi di valutazioni in cui è organizzata ora la magistratura per effetto della riforma dell'ordinamento giudiziario. La riforma ha infatti sostituito alle vecchie qualifiche cui era collegato il trattamento economico, un sistema in cui la progressione degli stipendi è condizionata esclusivamente al superamento di valutazioni sulla professionalità, previste ogni quattro anni e per tutto l'arco della carriera, dopo la nomina a magistrato di tribunale. La precedente Finanziaria aveva invece tagliato del 30% il meccanismo di adeguamento delle retribuzioni delle toghe per tutto il 2007.
Sostieni l'associazione!
Fai una donazione con