Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
La stampa e la TV
04 OTTOBRE 2013
Repubblica.it - Se il “maitre à penser” incita alla violenza.

Un paese alla rovescia. In cui probabilmente certi cosiddetti “maitre à penser” non si rendono neppure conto dell’enormità di quello che dicono. E assumono  allegramente atteggiamenti che definire diseducativi e perniciosi è puro eufemnismo. Come incitare alla disobbedienza e alla violenza.  ”Essere incriminati di resistenza è una medaglia al valor civile, tutti dobbiamo essere incriminati di resistenza”, ha detto lo scrittore Erri De Luca parlando agli studenti della Statale di Milano, come riportato su questo sito. Fatto grave proprio per i suoi aspetti diseducativi. E subito l’Associazione Vittime per il dovere si è sentita in obbligo di stigmatizzare tali affermazioni.
“Sono sconcertata – ha fatto saper in un comunicato Emanuela Piantadosi, Presidente dell’Associazione -  anche come semplice cittadina cittadina, di come si possa con coscienza rivolgersi a giovani studenti incitandoli a disobbedire alla legge e a fomentare scontri con le Forze di Polizia. La nostra Associazione lavora duramente e costantemente per la divulgazione dei valori di legalità e giustizia nelle scuole. Erri De Luca porta il messaggio di chi incoraggia alla disobbedienza civile, addirittura definendo l’incriminazione per resistenza una qualità a cui ambire, meritevole di onorificenze istituzionali quali la medaglia al Valore Civile. L’Associazione Vittime del Dovere ha tra le sue fila centinaia di familiari di appartenenti alle Forze dell’Ordine e Forze Armate a cui le Medaglie al Valor Civile sono state conferite perché hanno offerto la propria vita per servire il Paese. Affermazioni gravi e pericolose come quelle di De Luca, non fanno altro che alimentare diffidenza da parte dei giovani nei confronti delle Istituzioni. Non è di questo che hanno bisogno i nostri ragazzi. Le idee si combattono sul campo del dialogo, non lanciando pietre, non giocando a sfidare quanti servono con onore lo Stato e sono quotidianamente al servizio della collettività. Alcuni “nostalgici” non riescono a rassegnarsi al fatto che in un Paese civile non serve scendere in piazza armati di fumogeni e sassi per promuovere le proprie idee. Le idee diventano la forza di una Nazione se alimentano la naturale spinta di coesione dell’uomo. Questo un intellettuale dovrebbe saperlo”. Poco da aggiungere. Quando mai si potrà pretendere il rispetto dell’altrui persona e delle regole se si educa la gente al non rispetto? Ma i dirigenti di quella Università si rendono conto e sanno a chi affidano l’educazione dei propri studenti?

Tratto da: www.repubblica.it

scritto da Eugenio Capodacqua

http://capodacqua.blogautore.repubblica.it/2013/10/04/se-il-maitre-a-penser-incita-alla-violenza/#respond

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