Il ministero della Difesa, l'Associazione vittime del dovere e tre carabinieri sono stati ammessi dal gup Filippo Steidl come parte civile nel procedimento a carico di Luigi Preiti, il disoccupato calabrese di 46 anni che la mattina del 28 aprile scorso, giorno dell'insediamento del governo Letta, fece fuoco contro alcuni militari dell'Arma in servizio davanti a Palazzo Chigi.
La richiesta di costituzione è stata avanzata dall'avvocato Eriberto Rosso, per conto del brigadiere Giuseppe Giangrande, ferito gravemente al collo e ricoverato in un istituto di riabilitazione, dell'appuntato Francesco Negri, ancora con le stampelle perché colpito a una gamba, e di Delio Marco Murrighile, il carabiniere che si vide solo perforare il giubbetto antiproiettile.
Era presente in tribunale, anche se ha preferito non costituirsi contro l'imputato, anche il quarto militare che quel giorno riuscì a salvarsi gettandosi a terra. Preiti, presente in aula, deve rispondere di quadruplice tentato omicidio oltre che di detenzione, porto e ricettazione della Beretta 7.65. A rappresentare Giangrande c'era in aula anche la figlia Martina, che per la prima volta ha potuto vedere da vicino Preiti, seduto accanto ai suoi difensori.
La difesa dell'imputato ha sollecitato la richiesta di giudizio abbreviato condizionato all'esito di una perizia psichiatrica: Preiti, secondo il consulente Maurizio Marasco, era affetto, in quei giorni, da una fortissima depressione che cercava di combattere facendo un uso smodato di cocaina. Gli spari a Palazzo Chigi, a parere del consulente, erano "un gesto estremo, eclatante, auto ed etero-aggressivo, compiuto da Preiti allo scopo di attirare l'attenzione altrui sui suoi problemi". Il pm Antonella Nespola ha espresso la sua contrarietà all'effettuazione della perizia. (AGI)
17:54 |Per lo specialista in neurologia e psichiatria Maurizio Marasco, nominato consulente della difesa, "sulla condotta-reato posta in essere da Preiti ha influito lo stato psicopatologico in cui all'epoca l'uomo versava, ovvero la 'depressione maggiorè e l'abuso della cocaina, assunta non in relazione ad una condizione tossicomanica, bensi' come mezzo terapeutico per combattere" il male oscuro. Per il consulente, Preiti, che è detenuto a Rebibbia dal giorno dell'arresto, è un "soggetto, chiuso, riservato, introverso, con tratti isterici". La mattina del 28 aprile scorso, l'uomo sparò contro alcuni carabinieri per "attirare l'attenzione altrui sui propri problemi". Per i difensori del disoccupato calabrese, gli avvocati Mauro Danielli e Raimondo Paparatti, la decisione del gup di disporre una perizia "è un atto dovuto. L'accertamento sullo stato mentale di Preiti è indispensabile per valutare la sua volontà al momento del fatto". (AGI)
Tratto da: http://www.cn24tv.it/news/76323/spari-palazzo-chigi-gup-ammette-parti-civili-contro-luigi/
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