La battaglia dell'Associazione delle Vittime del Dovere per una giusta perequazione
Piantadosi:"Un grande passo per giungere all'equiparazione ancora oggi da completare. Quotidianamente vedove, orfani, invalidi e genitori di chi ha sacrificato la propria vita per il bene comune, devono combattere contro una burocrazia che ostacola l'applicazione dei loro diritti e tutele".
Ci sono volute due sentenze del Consiglio di Stato, ma alla fine la battaglia è stata vinta. Merito dell`Associazione Vittime del Dovere che da molti anni si batte affinché la legislazione italiana elimini le discriminazioni sulle differenti tutele per i servitori dello Stato che, indossando una divisa, sono caduti nel compimento del proprio dovere o rimasti invalidi per mano della criminalità comune, organizzata o del terrorismo. Due sentenze pubblicate rispettivamente il 20 e il 23 dicembre 2013, ha rimosso una grave sperequazione tra le Vittime del Dovere e le Vittime del terrorismo, concretamente esistente nonostante il principio di totale equiparazione fissato dalla legge. C`è voluta un`azione legale di due associati, entrambi assistiti dall`Avv. Andrea Bava che da tempo collabora con l`Associazione Vittime del Dovere perché intervenisse il Consiglio di Stato. Che per la prima volta stabilito come il DPR 243/2006 non potesse modificare in senso restrittivo l`ambito dei soggetti destinatari dei benefici in questione (di cui all`art. 2 Legge 407/98) e nemmeno la misura dell`assegno di cui all`art. 2 Legge 407/98, impedendone l`adeguamento in 500,00.
Tratto da SportPRO.it
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