Luigi Preiti è stato condannato a 16 anni per la sparatoria a Palazzo Chigi. Il pubblico ministero aveva chiesto 18 anni di reclusione. L’uomo, dopo la lettura della sentenza, ha voluto chiedere scusa con queste parole: “Vorrei essere io al posto del carabiniere ancora in ospedale. Mi dispiace“. Preiti, secondo quanto emerge dalla perizia psichiatrica, era capace di intendere e di volere nel momento della sparatoria. Secondo la perizia, l’uomo era un frequentatore di “seratine” con gli amici e un consumatore di alcool e droga. La verifica psichiatrica era stata chiesta dai difensori di Preiti nel corso dell’udienza preliminare dello scorso mese di ottobre. Il giudice aveva dato l’incarico al dottor Piero Rocchini. Rimangono ancora inspiegabili alcuni misteri che hanno caratterizzato la vicenda.
Preiti, lo scorso 28 aprile, sparò, ferendo due Carabinieri, di cui uno, Giuseppe Giangrande, in maniera molto grave. L’uomo si è presentato in aula davanti al Gup Filippo Steidl, che ha accettato la richiesta della difesa del rito abbreviato. Ammesse al procedimento cinque parti civili: i tre carabinieri feriti, Giuseppe Giangrande, Francesco Negri e Delio Marco Murighile, il ministero della Difesa e l’Associazione Vittime del dovere. Per i legali di Preiti si tratta di un atto dovuto. “Si tratta dell’accertamento sullo stato mentale di Preiti che è indispensabile per valutare la sua volontà di al momento del fatto“, hanno dichiarato gli avvocati Mauro Danielli e Raimondo Paparatti.
Sulla figura di Preiti rimangono ancora molti misteri. La ricostruzione della vicenda non convince completamente gli investigatori, che stanno cercando di risolvere alcuni dubbi emersi durante l’interrogatorio dell’uomo. Preiti ha raccontato di aver acquistato la pistola a Genova al mercato clandestino già con i numeri di matricola cancellati. Ma nella borsa dell’uomo è stata trovata una punta da trapano, che potrebbe essere stata utilizzata proprio per cancellare i numeri. Quindi Preiti avrebbe mentito su questo punto.
Un altro mistero riguarda il vestito scuro che Preiti indossava quando ha attraversato la piazza. Se tutto era studiato per non far insospettire le forze dell’ordine, l’uomo non ha agito d’impulso, per la disperazione, ma in modo molto lucido. Non solo: il vestito è uguale a quelli che usano gli addetti alla sicurezza nelle sedi delle istituzioni.
Un altro dubbio è quello relativo alla posizione di tiro e al numero dei proiettili. L’uomo ha detto che il suo obiettivo non era quello di uccidere, ma la dinamica e le riprese delle telecamere indicano che Preiti ha mirato in modo preciso alle parti dei militari non coperte dal giubbotto antiproiettile. Inoltre nella pistola ci sarebbero tre colpi inesplosi, quindi l’uomo non voleva uccidersi, come si era detto. Nella borsa sono poi stati ritrovati nove proiettili. Preiti aveva davvero intenzione di ricaricare l’arma dopo aver sparato i primi colpi?
Infine c’è il mistero della mappa. All’interno della sua borsa c’era una cartina di Roma, sulla quale erano segnati tre punti, quelli relativi al percorso da lui effettuato. Li ha realmente segnati lui oppure qualcuno glieli ha suggeriti con precisione?
Una vera e propria domenica di terrore a Roma, per la sparatoria a Palazzo Chigi, avvenuta proprio nel momento in cui il nuovo Governo stava giurando al Quirinale, davanti al Presidente della Repubblica. Un uomo ha attraversato piazza Colonna e, diretto verso il cordone di carabinieri, ha iniziato a sparare all’improvviso. L’obiettivo, secondo quanto ha confessato l’attentatore in seguito, era quello di colpire i politici. Sono stati colpiti due carabinieri, Francesco Nigro, di 30 anni, che ha subito un danno ad una gamba, e il brigadiere Giuseppe Giangrande, di 50 anni, che è stato colpito alla gola e ha un danno al midollo osseo.
Luigi Preiti ha confessato nel pomeriggio di domenica il suo piano. L’obiettivo, secondo quanto ha detto al pm Antonella Nespola e al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani in ospedale, dove è stato portato in seguito al fermo, era quello di colpire i politici.
Un piano che l’uomo aveva progettato 20 giorni prima. Preiti aveva con sé 50 proiettili in totale. Ne ha usati sette per sparare in piazza, ne aveva altri nove in una valigetta e altri li teneva in tasca. Ha sparato usando una calibro 7.65 acquistata quattro anni fa a Genova.
La Procura non chiederà al momento una consulenza psichiatrica. L’uomo non ha dato segnali di squilibrio mentale, hanno specificato i magistrati: “E’ un uomo disperato”, a causa della mancanza di lavoro, della separazione dalla moglie e del fatto che da qualche mese non riesce ad incontrare suo figlio di 10 anni.
L’uomo ha raccontato: “Sono partito sabato sera da Gioia Tauro in treno, non lo sapeva nessuno“. E’ andato all’albergo Concorde, vicino alla stazione Termini. Domenica mattina ha raggiunto Palazzo Chigi. L’idea era quella, secondo Preiti, di compiere “un gesto eclatante in un giorno importante“.
“Volevo colpire i politici” – ha detto – “Perché non ci aiutano, siamo nei guai e loro non fanno nulla“. Poi ha capito che non sarebbe riuscito a compiere la sua impresa e ha rivolto l’arma contro le forze dell’ordine: “Mi sono vestito bene con la giacca e la cravatta perché volevo arrivare al palazzo, trovare un politico. Poi ho visto quegli uomini in divisa che per me rappresentavano le istituzioni. Loro stavano mettendo le transenne, non potevo passare. Per questo ho deciso di fare questa cosa. È stato a quel punto che ho deciso di sparare“.
Infine ha spiegato di aver pensato di uccidersi, ma i colpi erano finiti ed è stato fermato dai carabinieri. Infine ha chiesto se avesse dovuto chiamare i familiari, ma immediatamente dopo ha affermato: “Ma no, tanto non importa a nessuno di me“.
L’attentatore, autore della sparatoria nella piazza davanti a Palazzo Chigi, si chiama Luigi Preiti. E’ nato nel 1964 ed è di nazionalità italiana. E’ originario, infatti, di Rosarno, in Calabria. Fonti investigative hanno specificato che l’uomo non avrebbe dei precedenti penali. Preiti ha attraversato la piazza intorno alle 11:30 in modo tranquillo, con giacca e cravatta. Poi all’improvviso, dopo pochi minuti, ha iniziato a sparare sui carabinieri.
A parlare dell’attentatore è stato il fratello, Arcangelo Preiti, che ha detto di non vederlo dallo scorso mese di agosto. “Fino a ieri mattina mio fratello era una persona lucida e intraprendente” – ha affermato il fratello – “Ora sento queste notizie e mi crolla tutto addosso…“.
Secondo quanto raccontato da Arcangelo, l’uomo ha perso di recente il lavoro e si è anche separato dalla moglie. In precedenza viveva a Pedrosa, a poca distanza dal fratello, ma dopo aver perso il lavoro si era recato in Calabria per vivere con i genitori. Arcangelo ha smentito l’ipotesi relativa ai problemi psichici di cui si era parlato inizialmente.
Luigi Preiti non aveva il porto d’armi, secondo quanto specificato da fonti governative, e appariva lucido e freddo. Agli agenti che lo hanno bloccato avrebbe detto: “Per favore, allentatemi le manette, non sento il braccio“.
Angelino Alfano, Ministro degli Interni, è andato in ospedale insieme a Mario Mauro, Ministro della Difesa, in visita al brigadiere colpito. Anche il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, si è recato in serata al Policlinico e ha dichiarato: “Ora dobbiamo stringerci attorno alla famiglia, attorno alle forze dell’ordine: è il momento in cui ognuno deve fare il proprio dovere“.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “E’ il gesto di un pazzo e di uno squilibrato. Ma non ci dobbiamo stupire quando si inveisce continuamente contro il Palazzo, come se fosse da abbattere“.
Commenti sono arrivati anche da parte del Presidente del Senato, Pietro Grasso: “Dobbiamo non farci impressionare dal clima di tensione e capire al più presto le origini di questo fatto e cominciare a dare risposte concrete. In questo senso è importante l’inizio del lavoro del nuovo governo“.
Anche Laura Boldrini, Presidente della Camera, ha voluto esprimere la sua solidarietà alle forze dell’ordine: “La violenza, per grave che sia la crisi, non deve e non può mai essere considerata tra le opzioni percorribili per la soluzione dei problemi“.
Beppe Grillo ha espresso solidarietà agli agenti e si è discostato dall’onda di violenza, rispondendo anche alle provocazioni che arrivavano da parte di esponenti del mondo politico: “Ci discostiamo da questa onda che spero finisca lì perchè il nostro MoVimento non è assolutamente violento. Noi raccogliamo firme ai banchetti, facciamo referendum e leggi popolari. Piena solidarietà alle forze dell’ordine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale“.
Luigi Preiti è stato condannato a 16 anni per la sparatoria a Palazzo Chigi. Il pubblico ministero aveva chiesto 18 anni di reclusione. L’uomo, dopo la lettura della sentenza, ha voluto chiedere scusa con queste parole: “Vorrei essere io al posto del carabiniere ancora in ospedale. Mi dispiace“. Preiti, secondo quanto emerge dalla perizia psichiatrica, era capace di intendere e di volere nel momento della sparatoria. Secondo la perizia, l’uomo era un frequentatore di “seratine” con gli amici e un consumatore di alcool e droga. La verifica psichiatrica era stata chiesta dai difensori di Preiti nel corso dell’udienza preliminare dello scorso mese di ottobre. Il giudice aveva dato l’incarico al dottor Piero Rocchini. Rimangono ancora inspiegabili alcuni misteri che hanno caratterizzato la vicenda.
Preiti, lo scorso 28 aprile, sparò, ferendo due Carabinieri, di cui uno, Giuseppe Giangrande, in maniera molto grave. L’uomo si è presentato in aula davanti al Gup Filippo Steidl, che ha accettato la richiesta della difesa del rito abbreviato. Ammesse al procedimento cinque parti civili: i tre carabinieri feriti, Giuseppe Giangrande, Francesco Negri e Delio Marco Murighile, il ministero della Difesa e l’Associazione Vittime del dovere. Per i legali di Preiti si tratta di un atto dovuto. “Si tratta dell’accertamento sullo stato mentale di Preiti che è indispensabile per valutare la sua volontà di al momento del fatto“, hanno dichiarato gli avvocati Mauro Danielli e Raimondo Paparatti.
Sulla figura di Preiti rimangono ancora molti misteri. La ricostruzione della vicenda non convince completamente gli investigatori, che stanno cercando di risolvere alcuni dubbi emersi durante l’interrogatorio dell’uomo. Preiti ha raccontato di aver acquistato la pistola a Genova al mercato clandestino già con i numeri di matricola cancellati. Ma nella borsa dell’uomo è stata trovata una punta da trapano, che potrebbe essere stata utilizzata proprio per cancellare i numeri. Quindi Preiti avrebbe mentito su questo punto.
Un altro mistero riguarda il vestito scuro che Preiti indossava quando ha attraversato la piazza. Se tutto era studiato per non far insospettire le forze dell’ordine, l’uomo non ha agito d’impulso, per la disperazione, ma in modo molto lucido. Non solo: il vestito è uguale a quelli che usano gli addetti alla sicurezza nelle sedi delle istituzioni.
Un altro dubbio è quello relativo alla posizione di tiro e al numero dei proiettili. L’uomo ha detto che il suo obiettivo non era quello di uccidere, ma la dinamica e le riprese delle telecamere indicano che Preiti ha mirato in modo preciso alle parti dei militari non coperte dal giubbotto antiproiettile. Inoltre nella pistola ci sarebbero tre colpi inesplosi, quindi l’uomo non voleva uccidersi, come si era detto. Nella borsa sono poi stati ritrovati nove proiettili. Preiti aveva davvero intenzione di ricaricare l’arma dopo aver sparato i primi colpi?
Infine c’è il mistero della mappa. All’interno della sua borsa c’era una cartina di Roma, sulla quale erano segnati tre punti, quelli relativi al percorso da lui effettuato. Li ha realmente segnati lui oppure qualcuno glieli ha suggeriti con precisione?
L’interrogatorio
Una vera e propria domenica di terrore a Roma, per la sparatoria a Palazzo Chigi, avvenuta proprio nel momento in cui il nuovo Governo stava giurando al Quirinale, davanti al Presidente della Repubblica. Un uomo ha attraversato piazza Colonna e, diretto verso il cordone di carabinieri, ha iniziato a sparare all’improvviso. L’obiettivo, secondo quanto ha confessato l’attentatore in seguito, era quello di colpire i politici. Sono stati colpiti due carabinieri, Francesco Nigro, di 30 anni, che ha subito un danno ad una gamba, e il brigadiere Giuseppe Giangrande, di 50 anni, che è stato colpito alla gola e ha un danno al midollo osseo.
Luigi Preiti ha confessato nel pomeriggio di domenica il suo piano. L’obiettivo, secondo quanto ha detto al pm Antonella Nespola e al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani in ospedale, dove è stato portato in seguito al fermo, era quello di colpire i politici.
Un piano che l’uomo aveva progettato 20 giorni prima. Preiti aveva con sé 50 proiettili in totale. Ne ha usati sette per sparare in piazza, ne aveva altri nove in una valigetta e altri li teneva in tasca. Ha sparato usando una calibro 7.65 acquistata quattro anni fa a Genova.
La Procura non chiederà al momento una consulenza psichiatrica. L’uomo non ha dato segnali di squilibrio mentale, hanno specificato i magistrati: “E’ un uomo disperato”, a causa della mancanza di lavoro, della separazione dalla moglie e del fatto che da qualche mese non riesce ad incontrare suo figlio di 10 anni.
L’uomo ha raccontato: “Sono partito sabato sera da Gioia Tauro in treno, non lo sapeva nessuno“. E’ andato all’albergo Concorde, vicino alla stazione Termini. Domenica mattina ha raggiunto Palazzo Chigi. L’idea era quella, secondo Preiti, di compiere “un gesto eclatante in un giorno importante“.
“Volevo colpire i politici” – ha detto – “Perché non ci aiutano, siamo nei guai e loro non fanno nulla“. Poi ha capito che non sarebbe riuscito a compiere la sua impresa e ha rivolto l’arma contro le forze dell’ordine: “Mi sono vestito bene con la giacca e la cravatta perché volevo arrivare al palazzo, trovare un politico. Poi ho visto quegli uomini in divisa che per me rappresentavano le istituzioni. Loro stavano mettendo le transenne, non potevo passare. Per questo ho deciso di fare questa cosa. È stato a quel punto che ho deciso di sparare“.
Infine ha spiegato di aver pensato di uccidersi, ma i colpi erano finiti ed è stato fermato dai carabinieri. Infine ha chiesto se avesse dovuto chiamare i familiari, ma immediatamente dopo ha affermato: “Ma no, tanto non importa a nessuno di me“.
Il profilo dell’attentatore
L’attentatore, autore della sparatoria nella piazza davanti a Palazzo Chigi, si chiama Luigi Preiti. E’ nato nel 1964 ed è di nazionalità italiana. E’ originario, infatti, di Rosarno, in Calabria. Fonti investigative hanno specificato che l’uomo non avrebbe dei precedenti penali. Preiti ha attraversato la piazza intorno alle 11:30 in modo tranquillo, con giacca e cravatta. Poi all’improvviso, dopo pochi minuti, ha iniziato a sparare sui carabinieri.
A parlare dell’attentatore è stato il fratello, Arcangelo Preiti, che ha detto di non vederlo dallo scorso mese di agosto. “Fino a ieri mattina mio fratello era una persona lucida e intraprendente” – ha affermato il fratello – “Ora sento queste notizie e mi crolla tutto addosso…“.
Secondo quanto raccontato da Arcangelo, l’uomo ha perso di recente il lavoro e si è anche separato dalla moglie. In precedenza viveva a Pedrosa, a poca distanza dal fratello, ma dopo aver perso il lavoro si era recato in Calabria per vivere con i genitori. Arcangelo ha smentito l’ipotesi relativa ai problemi psichici di cui si era parlato inizialmente.
Luigi Preiti non aveva il porto d’armi, secondo quanto specificato da fonti governative, e appariva lucido e freddo. Agli agenti che lo hanno bloccato avrebbe detto: “Per favore, allentatemi le manette, non sento il braccio“.
Le reazioni
Angelino Alfano, Ministro degli Interni, è andato in ospedale insieme a Mario Mauro, Ministro della Difesa, in visita al brigadiere colpito. Anche il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, si è recato in serata al Policlinico e ha dichiarato: “Ora dobbiamo stringerci attorno alla famiglia, attorno alle forze dell’ordine: è il momento in cui ognuno deve fare il proprio dovere“.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “E’ il gesto di un pazzo e di uno squilibrato. Ma non ci dobbiamo stupire quando si inveisce continuamente contro il Palazzo, come se fosse da abbattere“.
Commenti sono arrivati anche da parte del Presidente del Senato, Pietro Grasso: “Dobbiamo non farci impressionare dal clima di tensione e capire al più presto le origini di questo fatto e cominciare a dare risposte concrete. In questo senso è importante l’inizio del lavoro del nuovo governo“.
Anche Laura Boldrini, Presidente della Camera, ha voluto esprimere la sua solidarietà alle forze dell’ordine: “La violenza, per grave che sia la crisi, non deve e non può mai essere considerata tra le opzioni percorribili per la soluzione dei problemi“.
Beppe Grillo ha espresso solidarietà agli agenti e si è discostato dall’onda di violenza, rispondendo anche alle provocazioni che arrivavano da parte di esponenti del mondo politico: “Ci discostiamo da questa onda che spero finisca lì perchè il nostro MoVimento non è assolutamente violento. Noi raccogliamo firme ai banchetti, facciamo referendum e leggi popolari. Piena solidarietà alle forze dell’ordine e speriamo che sia un episodio isolato e rimanga tale“.
La dinamica della sparatoria
E’ scattato lo stato di massima allerta, perché, viste le condizioni politiche del momento, si pensava che si potesse trattare dell’opera di un attentatore. Sono rimasti feriti i due carabinieri e una passante, una donna incinta, che è stata colpita di striscio. Anche l’attentatore è rimasto ferito. In piazza si è creata molta confusione e c’è stato subito un via vai di ambulanze.
Preiti era in giacca e cravatta. Sarebbero stati sparati sei colpi di pistola a bruciapelo sui carabinieri. La sparatoria è avvenuta nello stesso momento in cui il nuovo Governo stava prestando giuramento al Quirinale. I componenti del nuovo Esecutivo inizialmente non sono stati fatti uscire dal palazzo del Quirinale. Solo successivamente hanno raggiunto proprio Palazzo Chigi, per il primo Consiglio dei Ministri.
L’autore della sparatoria è arrivato in modo tranquillo in piazza. Poi all’improvviso ha iniziato a sparare. Prima dei colpi di pistola, secondo le prime testimonianze, non ci sarebbero state né minacce né urla.
Subito dopo la sparatoria, le forze dell’ordine hanno fatto sfollare piazza Colonna. In un primo momento si è pensato che potesse esserci in circolazione un altro uomo armato. Nel frattempo sono state rafforzate le misure di sicurezza negli obiettivi sensibili, come i palazzi istituzionali. L’area della piazza è stata transennata ed è arrivata anche la Scientifica per i rilievi.
Gianni De Gennaro, sottosegretario ai Servizi Segreti del Governo Monti, ha raggiunto subito Palazzo Chigi. Al Quirinale un funzionario del Colle ha informato Angelino Alfano, nuovo Ministro degli Interni, durante la cerimonia del giuramento. Subito si è attivato anche il nuovo Ministro della Difesa Mario Mauro.
Articolo tratto da: http://cronaca.nanopress.it/articolo/sparatoria-a-palazzo-chigi-luigi-preiti-condannato-a-16-anni/14257/
Sostieni l'associazione!
Fai una donazione con