Siamo lieti di comunicarvi che il Docu-Film "IO SONO IL COLONNELLO", di Michelangelo Gratton, tratto dalla storia vera di Carlo Calcagni, ha partecipato e vinto il festival internazionale del cinema "MIGRARTI FILM FESTIVAL", svoltosi a Caltabellotta in Sicilia dall’ 8 al 11 luglio 2018.
Tante le nazionalità che hanno portato, alcune in anteprima nazionale, i loro lavori. Sono arrivati dall’Iraq, dall’Arabia Saudita, dal Canada, dagli Stati Uniti, e poi Francia, Svizzera, Germania, Italia, Romania, Grecia, e ancora Siria, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Marocco, Tunisia, Giordania, Kuwait, Bahrein, Cina, Corea e Turchia.
Nella giuria internazionale: Gaby Lteif (Libano) Khaled Aldhanhani (Emirati Arabi United), Jean-Claude Mirabella (Francia), Gaetano Aronica (Italia).
La pellicola racconta la vita straordinaria di Carlo Calcagni, nato il 30 ottobre 1968 in Germania da genitori emigrati per ragioni di lavoro.
A soli sei anni ritorna in Italia e vive un’infanzia diversa dai suoi coetanei in quanto costretto a crescere lontano dal padre e dalla madre che rivedrà nel 1975, quando rientreranno in Italia dopo la nascita della secondogenita Cora. Una fanciullezza persa, le rinunce vissute senza mai lamentarsi, la passione per lo sport che diviene parte integrante della sua vita sin da quando aveva quattro anni, temprano il suo carattere, lo rendono forte, determinato, capace di stringere i denti e guardare sempre e comunque avanti.
La famiglia ormai ricongiunta gli impone una educazione rigida, mentre i sacrifici forgiano sempre più la personalità di un uomo che diventerà un militare stimato, valoroso esempio di dedizione verso l'Uniforme che indossa e verso la Patria che serve a costo della sua stessa vita.
Paracadutista, pilota di elicotteri e poi istruttore di volo, supera da subito ogni sorta di prova e difficoltà, volare diviene la sua prima e indiscussa passione, ma lo sport è un amore che non tradirà mai.
La sua disciplina preferita diviene il ciclismo che lo vedrà salire sul podio oltre trecento volte, anche in competizioni internazionali, rendendo onore alla bandiera italiana.
La sua strada è tutta in salita: come ufficiale pilota svolge missioni importanti e rischiose. Viene impiegato, subito dopo la strage di Falcone, nell'operazione Vespri Siciliani, trasportando spesso i magistrati impegnati nel maxi processo che si svolgeva nell'aula bunker del tribunale di Marsala. Effettua il controllo in volo sulla zona dell'attentato a Borsellino e della sua scorta, ma la sua più grande sfida, quella che avrebbe cambiato tutta la sua vita, deve ancora arrivare.
Carlo è una vera forza della natura, nato in Germania, formatosi in Italia, il suo nuovo destino lo incontra in un luogo lontano, teatro di una Guerra che scolpirà per sempre nei suoi occhi immagini di atroci mutilazioni e di ingiuste morti.
È il 1996, l'allora Tenente dell’Esercito Calcagni accetta senza indugio la missione affidatagli dai suoi superiori e si reca nei Balcani come unico pilota osservatore di elicottero del primo Contingente Italiano, sotto l'egida dell'ONU.
Effettua tutte le missioni di volo necessarie, utilizzando gli elicotteri degli alleati francesi, svolge servizio di MedEvac (evacuazioni medico sanitarie), recupera a mani nude resti umani e soccorre i feriti civili e militari.
Gli odori di morte sopraffanno i mille pensieri, ma l’unica cosa che conta per davvero è recuperare chi ancora respira.
Ma anche il Tenente Calcagni respira, senza rendersene conto, "polveri" di guerra assieme a chi è ancora vivo, assieme ai suoi commilitoni, sentendo soltanto quell’odore di cadaveri, di morte e di sangue.
Ma ogni respiro, ogni boccata di quell’aria nasconde un nemico "invisibile", subdolo, che si insinua nel corpo di Carlo, riempiendo la sua bocca, i suoi polmoni, arrivando al suo cuore sino ad invadere lentamente ogni singola cellula del suo corpo, trasportato dal sangue che dovrebbe portare vita e non distruggerla.
Polveri di metalli pesanti, nanoparticelle di ogni tipo: rame, zinco, piombo, mercurio, tungsteno, acciaio, alluminio, zinco, nichel, rame, argento, cadmio, che sentenziano per il giovane Tenente una condanna a vita che conoscerà solo nel 2002.
Lo sport, i suoi allenamenti estremi, impensabili per gli altri (si allenava almeno una volta a settimana per un'ora con la bike chiuso nella sauna alla massima temperatura), gli faranno scoprire una serie di gravi patologie, tra cui una malattia terribile, la Sensibilità Chimica Multipla (MCS).
Il suo corpo non risponde più come prima a quegli allenamenti, la malattia avanza e segna l’inizio della seconda vita di Carlo Calcagni che trae nuovamente origine in un Paese straniero, la Bosnia.
Il Maggiore, riconosciuto invalido al 100% per cause e fatti di servizio, viene iscritto nel Ruolo d’Onore dell’Esercito.
In questa nuova vita resta sua fedele compagna la passione per il ciclismo.
Approda così nel mondo del ciclismo paralimpico, dove, al debutto, vince due medaglie d'oro in Coppa del Mondo, nel 2015 a Maniago, e dopo essere entrato a far parte del GSPD (Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa) vince ben tre medaglie d'oro agli Invictus Games a Orlando in Florida nel 2016, due nel ciclismo (cronometro individuale e gara in linea) e una nel rowing (canottaggio indoor); ma il Colonnello salirà molte altre volte sul podio, anche con la febbre a 40 (spesso presente a causa delle frequenti setticemie da catetere venoso centrale), perché la sua tempra è unica e il suo motto, quello che porta scritto sulle sue divise sportive, è “Mai Arrendersi”.
Carlo stringe i denti e serra i pugni per darsi forza, perché il male avanza impietoso obbligandolo a fare difficili rinunce.
I medici sono definitivi nel vietargli l’uso della normale Bike, se vuole continuare a pedalare dovrà usare un ausilio particolare che trasformerà la sua bike in un triciclo. Dapprima la vergogna, poi la rabbia, ma Carlo si rialza, cosicché il suo triciclo diviene per lui linfa vitale.
Non si arrende, lotta, si piega, cade... ma torna ancora più forte, per i suoi figli.
Poi il casuale incontro con il Regista Michelangelo Gratton di Ability Channel, che vede un giovane all’apparenza privo di evideti disabilità. Nessuna sedia a rotelle, niente protesi, fisico muscoloso e scolpito. La curiosità di capire come potesse essere quell’atleta un disabile e poi la scoperta inaspettata, impietosa, una verità che commuove il Regista e che lo segnerà per sempre.
Quel giovane all’apparenza perfetto fuori... ha un corpo devastato "dentro" dalle malattie.
La sua stanza è una farmacia: pillole, iniezioni, flebo, ventilatore polmonare, ossigeno e tanto altro.
Terapie, tra cui plasmaferesi (una sorta di dialisi), massacranti solo a pronunciarle. La malattia è severa e incalza distruggendo ogni giorno una parte di Carlo, quello rinato dopo il 1996 con una accertata invalidità del 100%. Ma il Colonnello del Ruolo d’Onore, sembra dover vivere la causa della sua invalidità totale in incognito, poiché nessuno la vede, è celata da un corpo che non mostra i segni del male e delle sue terribili sofferenze.
La disabilità di Carlo è diversa, poiché la malattia contratta colpisce e distrugge organi che non possono essere sostituiti da protesi, sebbene in attesa di trapianto di midollo osseo, facendolo vivere a braccetto con la morte ogni giorno. L’invisibilità della malattia lo espone alle indifferenze di un sistema che si dimentica del Tenente Calcagni, di quel Pilota che ha salvato vite e che ha sacrificato la sua in missione nei Balcani, perché lui è l’uomo dalla invalidità mascherata da un corpo perfetto, l’eccezionale atleta che pedala sul suo triciclo volante e vince, vince sempre, senza conoscere sconfitte.
Ma quella devastante malattia, l’arrivo del Parkinson e di una forma di Sclerosi Multipla, autoimmune, degenerativa e irreversibile, esistono, sono l’epilogo dell’ultima missione del Tenente Pilota Carlo Calcagni, e che Michelangelo Gratton, superando ogni ingannevole apparenza celata da quel corpo, la vede tutta, ne comprende le sofferenze che provoca, e decide di raccontare la vera storia di Carlo realizzando, con ammirevole bravura e sensibilità per una vita davvero unica, un Docu-Film.
La pellicola “IO SONO IL COLONNELLO” vede la persona del Colonnello del Ruolo d’Onore interpretata da Carlo Calcagni che si racconta, fa conoscere la sua profonda sofferenza, la forza che gli consente di affrontare l’ultima più importante e difficile missione della sua vita, guardando negli occhi la morte ogni giorno, pur di ottenere giustizia per sé è per gli altri che non ci sono più, per coloro che soffrono ma non hanno più voce.
Vincere il primo premio riconosciuto da una giuria altamente qualificata, anche grazie alla presenza di nomi illustri del mondo del cinema come quello di Gaetano Aeronica, interprete del Giudice Borsellino, o la presenza di Jean-Claude Mirabella prof univ. Montpellier e organizzatore di festival in Francia, rappresenta la vittoria dei valori, dei sacrifici, della vita, del coraggio di un eroe che Michelangelo Gratton ha saputo rappresentare nel suo Docu-Film e Carlo Calcagni, Colonnello del Ruolo d'Onore, ha raccontato con il dolore nel Cuore, con le lacrime che segnano il suo volto ricordandogli le gioie di ciò che ormai ha perduto e le spaventose certezze del suo futuro.
Questo premio è un prezioso riconoscimento ai valori, alla vita, a Carlo che nonostante le avversità continua a ripetere con le azioni e la sua infinita energia “ Mai Arrendersi”.
“Non potró mai smettere di ringraziare, dice Carlo, l'amico, il fratello, Michelangelo Gratton e tutti coloro che hanno consentito a un mio sogno di trasformarsi in realtà, dandomi l’opportunità di raccontare la mia vita tramite la realizzazione del Docu-Film “ IO SONO IL COLONNELLO. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno ascoltato e visto con gli occhi del cuore la mia vera vita, che mi hanno riconosciuto questo Primo Premio che per me è più importante di qualsiasi altra vittoria, perché ha vinto la Verità, l’Uomo, i suoi Valori e la sua Storia”.
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