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23 MAGGIO 2023
ReportDifesa.it - SPECIALE 23 MAGGIO 1992: In ricordo degli uomini e delle donne impiegati nei servizi di scorta. Un lavoro di squadra per consentire al “protetto” di svolgere le proprie attività

ROMAL’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza”.

È questa la frase di Giovanni Falcone che ci dà la misura della grandezza di quest’ Uomo, della cui morte ricorre, oggi, il 31° anniversario.

Con Lui furono uccisi la moglie Francesca Morvillo, come Lui Magistrato, e Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, agenti della Polizia di Stato addetti alla loro sicurezza e protezione.

Troppo spesso il ricordo di questi uomini – e donne – rimane nell’ombra; la loro identità individuale e la loro figura umana e professionale sbiadiscono nella celebrazione del generico “…e gli uomini della scorta”.

Credo che pochi si soffermino a pensare cosa significhi essere agenti addetti alla scorta, quale sia la loro preparazione – fisica, psicologica, tecnica – a quale sia la quotidianità di un lavoro che non consente mai di abbassare la guardia, che richiede la valutazione ininterrotta dello scenario in modo da poter cogliere anche il minimo cambiamento, anche in condizioni di apparente sicurezza.

In un complesso lavoro di squadra che deve consentire al loro “protetto” lo svolgimento di una vita quanto più possibile “normale”, attraverso la minuziosa valutazione di tempi, luoghi, percorsi e situazioni per prevenire ogni possibile rischio cercando, al contempo, di restare quanto più possibile nell’ombra.

Perché l’ombra è anche rispetto della sfera privata della persona alla cui tutela sono deputati.

Soprattutto credo che pochi si soffermino a pensare come sia per loro “convivere con la propria paura senza farsi condizionare dalla stessa”.

Paura inevitabile, perché sono consapevoli del fatto di essere diventati a loro volta obiettivi, o quanto meno parte integrante dell’obiettivo.

Paura che ci dà la misura della grandezza di questi Uomini e Donne, che dovremmo celebrare ogni giorno, non solo nella ricorrenza della loro morte.

Non lasciamo che le loro figure sbiadiscano nella celebrazione del generico “…e gli uomini della scorta”.

 

Scritto da Ambra Minervini, Vice Presidente dell'Associazione Vittime del Dovere

 

Tratto da ReportDifesa.it

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